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Ludovica Marinaro è un’architetta spezzina. Laureata all’Università di Firenze nel 2011, con una tesi dal titolo “Golfezia, ancora una città invisibile” che vede la riqualificazione paesaggistica del litorale del golfo della Spezia mediante un processo di ricerca-azione, sperimentata mediante un processo attivato in loco con il relatore prof. Giorgio Pizziolo, le associazioni e le amministrazioni locali.

Dottoranda in Architettura del paesaggio presso l’Università di Firenze, dal 2013 collabora all’attività didattica nei corsi di progettazione del paesaggio e laboratorio dei sistemi verdi territoriali dei prof. Paolinelli ed Falqui.

Nel 2014 è membro del gruppo vincitore del concorso per il parco urbano di Enna Bassa. Coordinatrice esecutiva del ciclo di seminari internazionali “Open Session on Landscape” 2014-2016 dell’Università di Firenze, nel 2015 è caporedattrice di NIPmagazine, bimestrale on-line di architettura del paesaggio, architettura e cultura urbana.

E’ stata segretaria della collana “Terre e paesaggi di confine”, ETS editore Pisa, collabora come freelance con alcuni studi di progettazione tra Firenze e La Spezia.

Visiting PhD presso l’Osservatorio del Paesaggio della Catalogna dove ha condotto, nel corso del biennio 2014-2015, un’intensa attività di ricerca. Membro dell’INU Istituto Nazionale di Urbanistica, sezione Toscana e Membro del Consiglio Direttivo della Società Scientifica di Architettura del Paesaggio (IASLA), dal marzo 2018 è Coordinatrice Scientificoa dell’associazione TES (Transizione Ecologica Solidale).

3d book display image of Il golfo ai poeti

L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

ORDINALO!