Le basi son sempre più blu, Mururola
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William Domenichini  

Mururola

Mururola è l’ultimo atto della stagione, sulle frequenze, anzi sui gigabyte di Radio Rogna, dai microfoni di Subwoofer². Una puntata esplosiva, in cui il cerchio, che si aprì proprio con le basi sempre più blu, si chiude grazie al Furgomytho, all’equipaggio di Subwoofer, che porta l’ultima “immersione” radiofonica proprio vicino ad un luogo simbolo delle mutilazioni che il nostro golfo ha subito e continua a subire: il muro dell’arsenale di Marola.

E’ stato un momento di grande condivisione, dal vivo, insieme al gruppo straordinario di Subwoofer e ad un progetto meraviglioso come Radio Rogna. Ma soprattutto è stato un momento di incontro tra attivist*, tra pensator* critici e attor* di un cambiamento, con una traccia comune: il golfo ed un futuro comune, di sostenibilità, di diritti, di pace, di umanità.

Grazie a tutti quelli che sono intervenuti e soprattutto grazie a tutti i ragazzi di Radiorogna. Il Furgomytho è uno spettacolo!

From Mururola con furore, i subwoofer ed i loro compagn* di viaggio. Pino Polpo e l’inquinamento del mare, Francesca Lanznaster e l’isola Palmaria, angoli della polemica come se piovesse. Poi il podcast finisce, ma sono intervenute Daniela Spaletra e le sue performance fluorescenti, la mitica Caterina. Ed è stato bellissimo.

Ecco a voi il podcast. Ancora un grazie di cuore all’equipaggio di Subwoofer ed a Radio Rogna. W la diga loca! Buon ascolto e condividetelo!

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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