C’era una volta…
… un re, diranno subito i miei piccoli lettori, e invece avete sbagliato, perché c’era una base militare (blu).
Non era una base di lusso, ma un enorme spazio inutilizzato, in cui esisteva un Arsenale che aveva migliaia di dipendenti e che oggi esiste la timida ombra. Una di quelle basi che inquinano, impestano l’ambiente, che è un cimitero di relitti. Da dove partono navi per guerre anche se quel paese di guerre non dovrebbe farle. Una base da cui partono le navi per difendere gli interessi di multinazionali che inquinano come se non ci fosse un domani. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questa base, che un tempo ospitava il più grande arsenale della marina militare ed oggi non ha che un pugno di lavoratori in attesa della pensione, qualcuno decise di investirci un po’ di danari. Ma non qualche zecchino d’oro. 1,76 miliardi di euro.
Così un povero falegname decise di raccontare questa storia, che pareva la storia immaginata di un burattino che parlasse. Invece era tutto vero. Poco importa se i danari fossero quelli degli onesti lavoratori, che ogni mese vedono trattenute in busta paga i quattrini che sarebbero andati a quella base (e a tante altre).
Eccoci quindi ad una sintesi, per modo di dire, delle puntate precedenti. Hic base blu, hic salta.
Nel dare la caccia a storie nascoste, si apprende che scavare nelle piccole bugie rivela molto sulle bugie più grandi.
Seymour Hersh
Basi blu, il re è nudo
Basi blu non nasce dal nulla. Il programma viene istituito dal ministero della Difesa che crea, nel I Reparto della Direzione dei lavori e del demanio (Geniodife), un ufficio di programma apposito. Tale ufficio, sulla scorta dei fondi stanziati nelle leggi di bilancio 2017 e 2018, predispone svariate gare d’appalto per la progettazione delle cosiddette basi blu. Ma la copertura finanziaria fornita arriva a circa 900 milioni di euro. Pochini per le mire ambiziose degli stati maggiori natanti.
Basi blu significa Taranto, Augusta, svariate altri porti “minori” e La Spezia. Nella città del golfo ligure il progetto è già stato bandito da tempo. Il 12 gennaio 2023 viene aggiudicata la gara d’appalto per la progettazione definitiva dell’adeguamento della base spezzina agli standard NATO. BTP Infrastrutture S.p.A (con uffici a Roma, Milano e una branch a Tripoli), AICOM S.p.A. (con uffici a Firenze, Roma, Milano e Lecce), MODIMAR S.r.l (Roma), SEACON S.r.l (Roma), REACT Studio S.r.l (Roma) e GEOTER S.r.l. (Brescia).
Un progetto che, oltre a costruire 3 nuovi moli, prevede l’ampliamento di un molo e di una banchina esistenti, la riattivazione di serbatoi di carburante (posti sotto le case civili) il dragaggio della baia, i cui fondali sono estremamente inquinati. Di blu, ossia della retorica della sostenibilità, c’è davvero poco: una pensilina fotovoltaica per i parcheggi degli equipaggi, e nulla più.
Senza contare che c’è in ballo il problemino della conformità catastale della base spezzina. Dalla Relazione demaniale la Marina militare stessa ammette, nero su bianco, che per procedere alla realizzazione della base blu spezzina, deve procedere a regolarizzare catastalmente aree militari (moli Varicella 1 e 3, Campo in ferro) che non risultano in mappa catastale. Perché? Tali aree risulterebbero del demanio pubblico. Per traslitterazione potremmo dedurre che il progetto Basi blu, partirebbe già con un abuso edilizio pendente.
Fatte queste premesse, Guido Crosetto, ministro della difesa (Governo Meloni-I) presenta, il 12 gennaio 2024, il Dossier n°220 e trasmette lo schema di Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 06/2023, denominato “Basi Blu”, relativo all’adeguamento e ammodernamento delle capacità di supporto logistico delle basi navali della Marina militare (Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 111) alle Camere. Si tratta del rifinanziamento del programma, che attualmente ha a bilancio circa 900 milioni di euro e che prevedrà una spesa complessiva, repetita iuvant, di 1,76 miliardi di euro.
Il provvedimento è annunciato il 16 gennaio 2024 alla Camera dei deputati (seduta n°227) ed al Senato della Repubblica (seduta n°145) per poi essere trasmesso alle commissioni parlamentari competenti in materia: commissione Bilancio, per la questione economico-finanziaria, commissione Difesa per l’approvazione del piano. Non si tratta di un passaggio banale, seppur obbligatorio, in punta di diritto. Perché fino ad ora, Basi blu non fu mai discussa in nessuna istanza istituzionale rappresentativa. Repetita iuvant. Nessuno fin’ora ha discusso, democraticamente, questo programma.
Le forche di Montecitorio
Alla Camera dei deputati il provvedimento approda in V commissione (Bilancio) il 24 gennaio, per uscirne licenziato in modo pressoché invariato nella seduta successiva (31 gennaio). Uniche osservazioni sono quelle provenienti dal Pd e M5S. Qualcuno penserà, esiste un’opposizione! No, i deputati dem e 5S si limitano ad avere rassicurazione che quei soldi vengano spesi. Rilievo ben accolto dal governo e si passa la palla alla commissione Difesa.
In IV commissione, l’Atto del governo n°11 viene presentato il 7 febbraio. In meno di 5 minuti, il relatore, on. Bagnasco (Forza Italia) liquida la prima seduta e, senza alcun dibattito, si chiude la questione, con l’appunto del sottosegretario della difesa, Perego di Cremnago, sull’importanza del provvedimento. Come non dargli torto. 1,76 miliardi di euro non sono spiccioli. Si rimanda alla seduta successiva.
Il 14 febbraio, si celebra l’amore indissolubile ed indiscutibile tra il ramo legislativo del potere e quello esecutivo. incassa l’approvazione.
Ramo | Commissione | Commissione | Tipologia di intervento | Dibattito |
Favorevole
(pag. 62) |
7 febbraio 2024
IV |
Discussione in sede consultiva per pareri al Governo | Esame e rinvio – pag. 123
Interventi:
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IV |
Discussione in sede consultiva per pareri al Governo | Seguito esame Atto n. 111 – Rel. BAGNASCO Roberto conclusione e votazione.
Interventi:
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Favorevole con rilievi (pag. 144) |
24 gennaio 2024
V |
Discussione in sede consultiva per pareri al Governo | Esame, ai sensi dell’articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio – pag. 66
Interventi:
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31 gennaio 2024
V |
Discussione in sede consultiva per pareri al Governo | Seguito dell’esame (ai sensi dell’articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento) e conclusione.
Interventi:
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Attenti alla Madama
In Senato il provvedimento approda in commissione Difesa per la sua presentazione. 6 minuti e 40 secondi. Come alla Camera, la relatrice si limita a leggere stralci del dossier del ministero. Neanche i tempo tecnico di fumare una sigaretta. Finito il compitino e senza che alcun* senator* sentisse l’impulso di porre delle questioni, come alla Camera, il ministero incassa il placet dei parlamentari.
Secondo round. Alla relatrice Pucciarelli questa volta bastano circa 3 minuti e 20 secondi per chiedere l’approvazione. Un record che potrebbe non avere eguali in nessuna assemblea legislativa nell’intero globo terracqueo. Neanche in Cina. Complessivamente, alla senatrice spezzina, bastano 10 minuti per chiedere (ed ottenere!) il placet alla spesa di 1,76 miliardi di euro in quelle che chiamano basi blu.
Manca il parere della commissione Bilancio. Quisquilie.
Ramo | Parere | Commissione | Tipologia di intervento | Dibattito |
Favorevole
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IV |
Discussione in sede consultiva per pareri al Governo | Seduta n. 66 (Resoconto)
Interventi:
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IV |
Discussione in sede consultiva per pareri al Governo | Seduta n. 68 (Resoconto)
Interventi:
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Un elemento utile è conoscere la composizione delle commissioni Difesa che hanno esaminato il provvedimento, con cui si autorizza il governo Meloni ha spendere 1,76 miliardi di euro in basi, cosiddette blu.
Camera dei deputati | Senato della Repubblica | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Epilogo
Su un tema serio assai, le dinamiche parlamentari appiano all’estremo opposto. Quindi tocca, a chi ne racconta, cercare di riassumere seriamente chi e come. Sul perché si entrerebbe in un capitolo che varrebbe un romanzo. O semplicemente, come disse quello straordinario personaggio cinematografico, non occorre chiedersi mai il perché, ma porsi domande che riguardano il quando, il dove qualche volta, sempre il quanto. Ed il quanto è presto detto: 1,76 miliardi di euro.
Ricapitolando, il panorama parlamentare assume le seguenti responsabilità:
- Lega Nord. La sen. Pucciarelli è relatrice del provvedimento del governo. Favorevole.
- Forza Italia. L’on. Bagnasco è relatore del provvedimento del governo. Favorevole.
- Fratelli d’Italia. Dal ministro Crosetto, tra i fondatori del partito, alla sottosegreataria Rauti, è un coro, una corsa a rivendicare Basi blu. Tuttavia alla Spezia o la si butta in slogan o si rischia la figuraccia. come nel caso di Maria Grazia Frijia. Favorevole.
- Pd. Chi l’ha visto? Il Partito democratico, non annovera nella sua struttura politica un/una responsabile Difesa e non c’è traccia di una posizione politica a riguardo. Fatto salvo il piccolo e combattivo circolo della dimenticata Marola. Ma com’è noto, ad un circolo non si nega un minimo di agibilità politica. Nei piani alti tutto passa sotto traccia. Il deputato spezzino Andrea Orlando, già vicesegretario del partito, nonché ministro in svariati dicasteri (Ambiente, Giustizia, Lavoro), non si è mai espresso chiaramente sulla questione. Minimizza, sorvola. Poi in commissione bilancio (Camera), i deputati del Pd hanno votato a favore. Non c’è da meravigliarsi. Fingendo di opporsi al governo (su questioni irrisorie e marginali), nelle questioni di sistema la visione si accomuna, ma sommessamente, senza troppa pubblicità.
- M5S abbozzano, calendiani e renziani, non pervenuti. Per questi ultimi una nota di riguardo, visto che tra le loro file annoverano la sen. Raffaella Paita, spezzina doc, che in tempi non sospetti, di fronte ad una platea considerevole, promisero impegni e attenzione. Non pervenuta.
Parafrasando la storia del burattino, i parlamentari si voltarono a guardar il golfo dei poeti. E dopo che l’ebbero guardato un poco, dissero dentro di loro, con grandissima compiacenza: come son buffi, questi cittadini! E come ora sian contenti a fagli pagare 1,76 miliardi di euro per dei progetti che non avranno nessuna utilità sociale.
Si chiude un capitolo, penoso, in cui tutto si potrà dire, men che vi sia stato un dibattito ed una discussione approfondita. La pratica del finanziamento delle cosiddette Basi blu è l’emblema del ruolo parlamentare sulle questioni di sostanza: ratificare scelte prese altrove. Non è sostanziale che queste scelte abbiano ricadute negative sui territori o che sostanzino politiche guerrafondaie. Vanno assunte e per nasconderle occorre iniziare una campagna di mistificazione, menzogna e di omissioni sistematiche.
Si apre una nuova fase, in cui occorre porre ogni granello possibile in un ingranaggio farraginoso, falso, ipocrita e nauseante.
No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere.
Giacomo Ulivi
partigiano
(Lettera agli amici)