Elettromagnetismo con il segreto militare intorno
I moli Varicella non solo non sembrano aver pace, anzi stimolano la storia scientifica sull’elettromagnetismo, ma con il segreto militare intorno. Cronache per lo più omesse, ma i fatti fanno sorgere più di un dubbio. Per esempio su come la Marina militare spenda i soldi del contribuente e sulla nocività delle sue attività si addensa una fitta nebbia. Questioni che fan parte di una narrazione decennale, ma che, cronache alla mano, val la pena approfondire.
C’è l’annosa questione delle emissioni atmosferiche. Quando dai fumaioli escono colonne di pestilenti, non tardano le rassicurati parole della Marina militare. La comprovata natura scientifica emerse dell’allora comandante del distretto interregionale Marina Nord. L’alto ufficiale, ora in quiescenza, sembrò rivedere le basi della moderna scienza, stracciando financo il principio di Antoine-Laurent de Lavoisier (e della sintassi).
In sporadiche occasione, come avvenuto nel mese di febbraio u.s., le Unità che terminano lunghi lavori di manutenzione sui motori, possono manifestare nel corso dei primi avviamenti una fumosità bianca causata dalla evaporazione di acqua di condensa che inevitabilmente si deposita nelle condotte di scarico dei motori. Il vapore acqueo che si forma, in breve si dissolve e la fumosità del motore sparisce.
Giorgio Lazio
Amm. di squadra
(3 maggio 2019)
Mettiamo da parte le questioni climalteranti, anche perché è arcinota la policy ambientalista della Marina militare, peraltro ribadire dall’amm. Lazio, e veniamo al dunque. Prendiamone due casistiche. La Virginio Fasan, una FREEM (Fregate Europee Multi Missione) classe Bergamini, in una sottoclasse antisommergibile (ASW). La Caio Duilio, DDGH (cacciatorpediniere lanciamissili) classe Orizzonte. Entrambe sono di istanza nella base spezzina, ma quando non sono impegnate nel mar baltico o nel mediterraneo orientale, che fanno alle bitte? E se le attività di routine delle unità navali in banchina non fossero tra le più salutari?
Data l’estrema vicinanza alle abitazioni (circa 350 metri ), quando si vedono dei radar ruotare, qualche preoccupazione viene destata. Sono attivi? Emettono radiazioni? C’è un possibile inquinamento elettromagnetico che ne deriverebbe? C’è un impatto per la salute pubblica? Ma prima di gridare al lupo, proviamo a renderci conto di cosa stiamo parlando. Le dotazioni delle unità soprannominate vanno dai radar multifunzione, al controllo del tiro, dalla guida missilistica alla strumentazione di rilevazione a lungo raggio. Proviamo ad esser meno evasivi.
L’European Multifunction Phased Array Radar (EMPAR) è utilizzato per il rilevamento e tracciamento delle minacce ed opera in banda C. Fornisce informazioni relative all’altitudine, alla direzione e alla distanza degli oggetti in volo entro un raggio di 150 km, a 360°. Con 60 rotazioni al minuto, traccia simultaneamente fino a 300 bersagli diversi e, in collaborazione con il Principal Anti-Air Missile System (PAAMS) o il Surface-to-Air Anti-Missile System, può ingaggiare fino a 12 bersagli contemporaneamente, fornendo una guida ai missili Aster 15 e Aster 30 utilizzati per la difesa aerea a medio e lungo raggio.
Il SeaEagle200N è un moderno radar di navigazione a semiconduttore che opera in banda X, oppure l’MM/SPN-730 è un LPI (Low Probability of Intercept) in banda X, progettato per fornire funzionalità di rilevamento combinate con capacità di missione silenziose.
L’S1850M, è un radar AESA (Active Electronically Scanned Array) completamente controllato digitalmente. Utilizzato come radar di sorveglianza 3D, opera in banda L e con una potenza media di 5 kW, rilevando sia in aria che in superficie per lunghi raggi (fino a 2000 km) rileva un ampio spettro di bersagli: aria, stealth e missili balistici.
Il RAN-30X, alias MM/SPS-791, un radar di sorveglianza navale multimodale 2D operante in banda X. Può funzionare come sensore primario per la sorveglianza combinata di superficie e aerea a bordo di navi pattuglia o come sensore anti-seaskimmer specializzato a bordo delle principali navi da combattimento di superficie. Oppure il NA-25X, per il tracciamento automatico di bersagli aerei e di superficie, il rilevamento automatico del missile lanciato, stabilizzazione della linea di mira e della linea di fuoco e modalità di tiro.
L’SIR-M5-PA IFF & MSSR phased array uno strumento radar della famiglia Non-Rotating Identification Friend/Foe, che operano in banda L, con una potenza di uscita fino a 2,4 kW, che gli consente di raggiungere una copertura di portata superiore a 200 miglia nautiche.
L’elenco continuerebbe, in svariati altri dispostiti di guerra elettronica. In linea generale si tratterebbero di dotazione che avrebbero una svariata potenza e gamma di frequenza di emissioni. I loro produttori sono, tra gli altri Selex ES, società per azioni che dal 2017 è confluita nel gruppo Leonardo, che con la sua quota in Orizzonte Sistemi Navali ha già fatto intendere quale sarà il suo futuro. E poi c’è Thales, una realtà nota, visto che annunciò il suo sbarco in Arsenale, con un suo centro manutenzione.
La possibile attivazione di strumentazione di questo tipo, in banchina, fu, per altro, materia di indagine della Procura della Repubblica spezzina. Tuttavia le difficoltà dei consulenti incaricati, nel valutare le radiazioni derivanti da radar a bordo, cozzarono contro un muro ben più impenetrabile di quello che le separa dal mondo civile. L’emissione della sorgente elettromagnetica è stata ritenuta un’informazione coperta da segreto militare, nonostante i dati tecnici delle strumentazioni siano, as usual, pubblicamente reperibili, in quanto prodotti del mercato.
Se i consulenti tecnici d’ufficio, delegati dalla magistratura, non furono in grado di venirne a conoscenza di tali informazioni, che avrebbero avuto un rilievo per la salute pubblica, passarono la palla ad ARPAL. Ma anche per l’agenzia ambientale regionale, la Marina militare fornì risposte evasive. Tradotto? Rassicurazioni senza riscontri documentali. Segreto militare. Tuttavia, per evitare ulteriori fastidi e per confermare che la trasparenza, al di là del muro arsenalizio, rasenta l’utopia, la chiusura dei comandi militari è lapidaria:
Le procedure di impiego dei radar rappresentano carattere di riservatezza e possono essere diffuse solo a seguito di specifiche autorizzazioni rilasciate dalle Superiori Autorità.
I militari sostengono che l’impiego delle strumentazioni radar è limitato ad esigenze manutentive, che la condizione di rotazione non implica che tali dispositivi siano in funzione. Ruotano, ma non è detto che emettano onde elettromagnetiche. Occorre un atto di fede, perché tali affermazioni non sono supportate da nessun dato tecnico, nessun riscontro sperimentale, nessuna controprova scientifica. Almeno questa volta, va dato atto, che non hanno infranto leggi fondamentali come quelle enunciate da Maxwell o da altri eminenti fisici che ci hanno consegnato conoscenza nel campo dell’elettromagnetismo.
Nessun cittadino, presumibilmente, è interessato alle procedure di impiego dei radar. Tuttavia è ragionevole supporre che invece vi sia interesse nel conoscere se quelle strumentazioni nuocciano, oppure no, alla salute pubblica. Un chiarimento che dovrebbe avvenire con una sorveglianza terza, ma che evidentemente non trova alcun interesse nelle autorità competente, a prescindere se siano superiori od inferiori a quella militare.
Secondo una parafrasi, che ormai è consuetudine, grazie all’interessamento dell’on. Frijia, Orlando e delle senatrici Paita e Pucciarelli (e dei loro tanti predecessori spezzin*), un futuro blu, profondamente blu, attende il golfo dei poeti. Come non potrebbe esserlo con 14 nuovi approdi di unità della NATO?
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Immagini tratte da Wikipedia (1 e 2), Linkedin (1), video di Lorenzo Pavoni.