Balipedio Cottrau
Analisi Il golfo ai poeti Libri Local
William Domenichini  

Un poligono patrimonio dell’umanità

Cosa ci fa un poligono in un’area patrimonio dell’umanità? Delle tante militarizzazioni del golfo che fu dei poeti, il balipedio Cottrau, come ho già affrontato, rappresenta a pieno titolo il cliché di espropriazione di luoghi meravigliosi e del loro inquinamento. Un’area destinata a poligono di tiro sperimentale per armi balistiche e di artiglieria, si presenta all’ingresso del golfo, prospicente la diga foranea. Una piattaforma di calcestruzzo sul mare e cunicoli in caverna per le prove di tiro. Dal lato terrestre confina sulla terra ferma con la strada Napoleonica, proprio sulla collinetta che sovrasta Portovenere ed il suo arcipelago, in particolare l’isola Palmaria, patrimonio UNESCO, già oggetto di appetiti speculativi.

Avvolgiamo il nastro. Il balipedio fu istituito con il Regio Decreto n. 270 (9 marzo 1911), che e fu intitolato a Paolo Cottrau, con Regio Decreto n. 352 (20 marzo 1921). Per gli amanti della storia, Paolo Cottrau, appartenente ad una nota e facoltosa famiglia partenopea, fu un ufficiale della marina delle Due Sicilie che si dimise da sottotenente di vascello, al servizio di Franceschiello, ed offrì i suoi servigi al generale dei due mondi. La sua carriera proseguì, necessariamente, sotto le insegne sabaude, fino ad arrivare al grado di viceammiraglio della regia marina e ricoprire il ruolo di direttore generale dell’artiglieria di Marina.

Alla Spezia una delle litanie, o meglio delle leggende metropolitane, è che se una così consistente porzione di territorio non fosse militare sarebbe stato uno scempio, preda di speculazioni e degrado. Possibile, ma ipotetico. Se, secondo taluni, le forze armate avrebbero preservato il territorio, la realtà documentale ci racconta tutt’altro. A smontare la narrazione retorico-popolar-gallonata ci pensa, per esempio, la Corte dei Conti (Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni della Stato).

La magistratura contabile ha pubblicato la deliberazione 20 giugno 2022, n. 14/2022/G, indicante “Le bonifiche nel settore della Difesa“, nella quale sviluppa il controllo di un tema assai interessante. La deliberazione rende nota l’indagine sull’utilizzo di una quantità enorme di soldi, per la bonifica dei poligoni di tiro. Naturalmente l’oggetto della verifica, oltre al poligono Balipedio Cottrau, riguarda altri siti altamente inquinati gestiti dalle forze armate, come poligono di tiro Torre Cavallo, il poligono interforze di Salto di Quirra, il poligono di Capo Teulada e quello di Torre Veneri.

La relazione apre uno spaccato assai chiaro, soprattutto se pensiamo che la mole di denaro pubblico destinata a bonificare sarebbe proporzionale al grado di inquinamento generato dalle attività di tiro delle forze armate. Nel quadriennio 2017-2020 gli interventi sostenuti per attività di bonifica di poligoni ed aree militari hanno impegnato risorse per un totale di 8.450.591,63 €: 962.956,96 € (2017), 6.273.318,97 € (2018), 51.804,86 € (2019), 1.162.510,84 € (2020).

Il picco del 2018 si riferisce, per l’appunto, all’avvio dell’ingente opera di bonifica del poligono “Balipedio Cottrau”, il successivo abbattimento, evidente per l’anno 2019, è conseguente al riallineamento della spesa in base all’impegno pluriennale ad esigibilità.

Chi ha la responsabilità di gestione del balipedio? Apparentemente il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) della Marina militare italiana, quindi dipende dal ministero della Difesa, che necessita, secondo la Corte dei Conti, ai sensi degli emendamenti introdotti dalla legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018) al d.lgs. n. 152 del 2006 (Testo Unico dell’Ambiente, TUA), del completamento di una specifica attività di messa a norma, avviata nel 2018 a valere sugli ordinari stanziamenti di bilancio. Si tratta, in particolare, di assicurare adempimento al nuovo disposto dell’art. 184 e dell’art. 241 bis del TUA, rispettivamente recanti “Individuazione luoghi di partenza e arrivo dei proiettili e recupero” nonché “Monitoraggio matrice ambientale poligoni militari”. La programmazione finalizzata all’espletamento di tali interventi e l’utilizzo degli stanziamenti ascrivibili alla legge n. 160 del 2019, art. 1, comma 622: 300.000,00 euro.

Ci vogliono dei soldi. Ecco che nel Capitolo 7120. Voce di Spese per il recupero, la conservazione e la bonifica di mezzi e relativi sistemi, impianti, apparecchiature, equipaggiamenti, nonché dei materiali, scorte, macchinari e dotazioni relativi a tutti i settori della componente navale delle forze armate, dei reparti speciali, delle installazioni a terra di supporto tecnico, operativo, addestrativo e degli stabilimenti militari, centri tecnici, basi ed officine comprensivi degli impegni assunti nel periodo 2017-2021 dalla Marina. Che risulta?

  • BONIFICHE POLIGONI, RECUPERO, DEMOLIZIONE E SMALTIMENTO RELITTI (BONIFICA BALIPEDIO COTTRAU – INTEGRAZIONE VSP 451-023): amianto: 1.376.200,01 €
  • BONIFICHE POLIGONI DA AVVIARE – ESIGENZE PROGRAMMATE DA SMM – BONIFICA BALIPEDIO COTTRAU: poligoni 3.182.885,45 €

Nell’esercizio finanziario 2018 (Cap.7120-13), la bonifica, solo per la presenza di materiali contenenti amianto (MCA) nel balipedio Cottrau, ha visto impegnato 3.182.885,5 €, risultando tuttavia pagamenti in conto residui per 1.992.500,0 € e da pagare 1.190.385,5 €.

A queste cifre va aggiunta un’integrazione successiva: impegnati registrati e pagamenti in conto residui (tradotto somme impegnate e non pagate alla fine dell’esercizio) pari a 1.376.200,0 €. Lo Stato Maggiore della Marina programma le bonifiche ed al balipedio patrimonio dell’umanità sono destinati i seguenti stanziamenti, per la prosecuzione dei lavori precedenti:

  • 2020: 0 €
  • 2021: 435.254,16 €
  • 2022: 905.660,38 €

Ora di fronte a questo stato (finanziario) di cose, il sillogismo che ne consegue è che si tratti di un sito altamente inquinato. Dunque la domanda che sorge spontanea è: dove sono i documenti di caratterizzazione ambientale del balipedio? Quale impatto ambientale ha nelle aree circostanti (civili ed abitate)? E quale impatto ambientale ha sul mare antistante? Domande che, inverosimilmente, nessuno pone nei luoghi deputati ad ottenere risposte ed assunzioni di responsabilità. Talvolta il silenzio è rotto, ma forse era meglio che rimanesse tale, date le risultanze.

Il 22 aprile 2004 l’on. Deiana presenta un’interrogazione parlamentare a risposta scritta (4/09816), affrontando ampiamente il tema delle nocività nelle aree militari spezzine. Non manca un riferimento specifico:

Il balipedio Cottrau di punta Castagna, struttura militare gestita attualmente da personale civile e utilizzato per la maggior parte delle sue attività da aziende private quali l’OTO MELARA e sue imprese satelliti e che per la sua particolare posizione grava pesantemente sul territorio circostante. Negli ultimi anni in corrispondenza dell’acuirsi dei conflitti in Afganistan e in Iraq, l’attività di questa struttura è decuplicata e si hanno collaudi con esercitazioni di tiro giornalmente che suscitano perplessità con riguardo alla garanzia della sicurezza e della protezione civile, ambientale e ad inquinamenti di vario genere, da quello acustico a quello relativo alle tipologie di esplosivi utilizzati nelle cariche e ai materiali di fabbricazione delle ogive dei proiettili. Inoltre non si conosce l’effettiva sicurezza dei depositi di esplosivi e munizioni presenti nell’area e gli eventuali rischi per le popolazioni limitrofe in caso di incidenti/incendi delle polveriere.

Dopo 357 giorni di gestazione (14 aprile 2005) l’allora ministro della Difesa, Antonio Martino, risponde:

In relazione, inoltre, al poligono di tiro, cosiddetto «Balipedio Cottrau», la struttura è in gran parte utilizzata dalla Marina Militare italiana con attività previste da appositi contratti, stipulati con ditte rientranti nell’ambito del Comparto Difesa. L’attività del Balipedio si è intensificata negli ultimi 3-4 anni, a seguito dell’esecuzione di verifiche periodiche di vecchio munizionamento. Di conseguenza, l’ipotizzata correlazione di tale intensificazione con «l’acuirsi di conflitti in Afghanistan ed Iraq» è destituita di qualsiasi fondamento. Al contrario, le previsioni per il 2005 indicano una diminuzione delle attività di tiro. In merito alle garanzie di sicurezza, si assicura che le norme vigenti in materia vengono rigorosamente e puntualmente rispettate. Gli esplosivi impiegati sono tutti omologati e corredati di Certificato di Conformità ed è escluso l’impiego di altri tipi di esplosivo. Per quanto concerne l’inquinamento acustico, i valori emersi a seguito di idonee misurazioni, si attestano sempre su livelli inferiori a quelli previsti dalla normativa in vigore per il rumore di tipo impulsivo.

Qualche anno dopo (29 novembre 2000) tocca all’on. Lavagnini (5/08541) presentare un’interrogazione in commissione Difesa, alla Camera dei deputati:

Al Ministro della difesa. – Per sapere – premesso che: in una delle più belle insenature del golfo di La Spezia e precisamente nella baia del Balipedio Cottrau la Marina Militare ha, da oltre un secolo, un poligono di tiro marino per cannoni, esplosivi, siluri, eccetera; in base ad una documentazione relativa alla progettazione di interventi strutturali ed infrastrutturali, inviata per conoscenza al comune di Portovenere da Maridipart La Spezia (fg. n. 84/401410 in data 12 settembre 2000), risulta che nel golfo del Balipedio Cottrau è prevista la costruzione di una “vasca marina” per esplosioni subacquee di grandi dimensioni, il tutto a pochi metri in linea d’aria dalle abitazioni civili e dalle imbarcazioni che transitano nello specchio di mare prospiciente; sembrerebbe, inoltre, essere prossima la decisione di costruire una “vasca interrata” per testare esplosivi sotterranei; gli abitanti speravano che, vista la ormai ridotta attività produttiva bellica della Oto-Melara, il poligono sarebbe stato smantellato e spostato in un luogo più idoneo all’uopo liberando, così, da tale handicap la zona di Portovenere che oltre ad essere l’unico centro turistico al mondo “dotato” di un poligono militare, è zona dichiarata dall’UNESCO “patrimonio dell’umanità” -: se si intenda adottare provvedimento per dismettere il poligono ed in ogni caso per gli abitanti dai pericoli e la natura dai danni paesaggistici ed ambientali che i test sugli esplosivi e sugli armamenti possono causare, restituendo questa importante area alla legittima vocazione turistica.

Questa volta il governo risponde con inusitata velocità, forse una deformazione professionale del ministro rispondente, tal Gianni Rivera, ex golden boy ma ormai decano della politica:

In merito alla problematica rappresentata dall’interrogante occorre premettere che si tratta di una sola vasca e non di due distinte come sembrerebbe evincersi dal testo dell’interrogazione. Al riguardo, l’Amministrazione militare condivide pienamente l’intendimento di dedicare la massima attenzione perché siano rispettate le condizioni ambientali di una delle aree verdi fra le più belle della costa ligure, salvaguardando l’incolumità  della popolazione oltre che le attività turistiche proprie della zona. Proprio in quest’ottica l’Amministrazione militare ha inteso promuovere la realizzazione di una vasca di scoppio per l’esecuzione di prove sperimentali, peraltro di dimensioni assai limitate, per poter svolgere attività di istituto senza arrecare alcun disturbo o disagio al contesto circostante. Infatti, premesso che nel caso specifico non verranno in alcun modo interessati gli specchi a mare, il progetto del manufatto, sottoposto all’approvazione, peraltro già intervenuta, del comitato misto paritetico, riguarda la costruzione – da realizzare in zona arretrata rispetto al fronte a mare e nella piena salvaguardia della esistente orografia – di un’idonea vasca interrata (13 metri di diametro per 8 metri di profondità) per l’esecuzione di prove con esplosivi e progettata in modo da eliminare qualsiasi effetto percepibile dall’esterno in termini di impatto ambientale (rumore ed onda d’urto). Tale realizzazione eviterà l’effettuazione di prove altrimenti eseguibili solo in mare, con disagi per le attività turistiche e di diporto e con notevoli difficoltà connesse alle procedure di autorizzazione degli enti preposti alla tutela dell’ambiente e al costoso impiego di mezzi navali (pontone, rimorchiatori, mezzi addetti allo sgombero). Inoltre, le prove sperimentali e di routine, svolte in un ambiente controllato, consentiranno una migliore condotta scientifica dei test con relativa ottimizzazione dei risultati. Si tratta, quindi, di un’iniziativa che produce risvolti positivi, soprattutto per l’ambiente e la popolazione, oltre che per l’evidente economia di gestione. Per quanto attiene, poi, al problema del balipedio, che peraltro non ha alcuna relazione con la vasca di scoppio, vi e` da un lato un’oggettiva impercorribilità di ogni ipotesi di riattivazione della struttura in altro sito, dall’altro la constatazione che le attività svolte nel poligono non producono alcun condizionamento ambientale, tenuto conto degli orari e delle modalità di condotta delle prove. La realizzazione della vasca e i tempi e modi di utilizzazione del poligono, pertanto, si collocano nella direzione invocata dall’interrogante, in quanto l’Amministrazione militare, da sempre sensibile alle giuste esigenze delle realtà locali, si preoccupa costantemente di eliminare i fattori di disagio dovuti all’effettuazione di prove in mare e nel poligono in un’area così delicata, in ossequio ad una scrupolosa policy di rispetto dell’ambiente e di tutela delle attività turistiche proprie del luogo.

Basta? Si può andare anche oltre, facendo un passo indietro. Perché se si parla di aree militari, in Italia in particolare, non può che nascere una narrazione atlantica. Nel concreto vale anche per il balipedio spezzino. Tant’è che il suo utilizzo è sovente ad appannaggio di strutture NATO. Per esempio, il 13 agosto 2019, la NSPA, NATO Support and Procurement Agency, rilascia una Request For Proposal (richiesta di proposta), all’interno di una proposta complessiva di “Environmental Remediation at Balipedio Cottrau“. I requisiti richiesti sono:

  • Un sistema di drenaggio dell’acqua piovana integrato nella stufa linea zona centrale (dedicata ai tiri in grotta);
  • La ristrutturazione di tre strutture di backstop situato in zona centrale
  • La sostituzione del sistema di estrazione dei fumi di l’edificio “Teatrino”;
  • L’edificio è una “casamatta” (camera di detonazione), una struttura corazzata utilizzata per test su esplosivi e propellenti;
  • Un sistema integrato di drenaggio dell’acqua piovana nella zona della linea di fuoco di Punta Castagna (dedicata ai tiri a mare);
  • Uno studio geologico per la collina danneggiata situata dietro l’area della linea di fuoco.

Nella relazione del bilancio di esercizio della società Nucleco, emerge che la società ha partecipato e presentato offerta per servizi proposti dalla NATO riguardo al Balipedio: 1.720.000 €. Perché un’agenzia dell’alleanza atlantica si prende la briga di fare un bando del genere? Banalmente perché le strutture di ricerca militare NATO (come il Centre for Maritime Research and Experimentation, che opera, da oltre mezzo secolo, nello stesso sito del Centro di Supporto e Sperimentazione Navale.

A corredo di questo racconto, ci vengono utili alcuni filmati, che rappresentano piuttosto “plasticamente”, le attività che vengono effettuate in uno dei luoghi più suggestivi del territorio spezzino. Patrimoni dell’umanità permettendo. Buona visione.


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Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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