Opinioni
William Domenichini  

L’Arsenale dei miracoli

C’era una volta un re, diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta l’Arsenale dei miracoli. Non era un Arsenale di lusso, ma un semplice Arsenale della Marina militare, da catasta forse, ma di quelli che fino al 1950 contavano oltre 12mila lavorator*, operai*, impiegat*, maestranze che sapevano “fare le scarpe ad una mosca”. Nel giro di 80 anni, di quel fiume in piena che ogni mattina si riversava in quella città nella città sono rimasti poco meno di 500 lavorator* e nei prossimi mesi, pensione raggiunta, il numero calerà ulteriormente. Quel che invece resta immutato sono due fattori: gli spazi occupati dalle aree militari, le nocività che vi sono accumulate.

Questa inesorabile crollo, che ha fatto sparire la più importante luogo di lavoro della città, ma che dico, della provincia spezzina, ma che dico dell’area interregionale lunigianese, non è iniziato ieri, nemmeno un anno fa. Sono decenni che l’Arsenale perde pezzi, maestranze, conoscenze, capacità, operatività ed il paradosso è nelle risposte: Basi blu.

Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno la senatrice Pucciarelli, con trascorsi da sottosegretaria alla Difesa, decise di prendersi cura della questione. Come? Con la solita retorica ed inefficacia di chi l’ha preceduta, ne più, ne meno. Ma andiamo per gradi. The show must go on ed ecco la proposta nuova, anzi nuovissima: un tavolo negoziale per rilanciare gli arsenali.


Atto I, Senato della Repubblica

Ordine del Giorno 0/452/10/0105

Presentato da STEFANIA PUCCIARELLI, martedì 24 gennaio 2023, seduta n. 004

Il Senato, in sede di conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi,

premesso che:

all’articolo 1, il comma 9 differisce al triennio 2022-2024 il termine per l’assunzione, da parte del Ministero della Difesa, di un contingente di n. 294 unità di personale con profilo tecnico non dirigenziale, appartenenti all’area III, posizione economica F1, e all’area II, posizione economica F2, per arsenali e stabilimenti militari.

Tale termine era riferito originariamente, ai sensi dell’articolo 1, comma 305, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, (legge di bilancio per l’anno 2021), al triennio 2019-2021; il comma 10 proroga per il triennio 2022-2024, l’autorizzazione a bandire concorsi pubblici per l’assunzione a tempo indeterminato di 431 unità di personale civile non dirigenziale del Ministero della Difesa, prevista originariamente per il triennio 2021-2023 dalla legge di bilancio per il 2021.

La disposizione, nel modificare l’articolo 1, comma 917, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, proroga, per il triennio 2022-2024, l’autorizzazione per il Ministero della Difesa a bandire concorsi pubblici per l’assunzione a tempo indeterminato di 431 unità di personale civile non dirigenziale.

Tale autorizzazione, nella formulazione previgente all’intervenuta proroga, era relativa al triennio 2021-2023; il comma 11 dispone la modifica il comma 1 dell’articolo 11 (Misure a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione dell’Arsenale Militare di Taranto) del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia, prorogando al 2024 il termine entro cui il Ministero della difesa può procedere alle assunzioni di personale (già autorizzate e finanziate dal decreto legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126), per le esigenze di funzionalità e compatibilità ambientale dell’Arsenale militare di Taranto;

considerato che:

  • quelli della Spezia, di Augusta e di Taranto rappresentano i tre poli degli arsenali militari marittimi della Marina Militare; in seguito all’applicazione delle disposizioni previste dalla legge n. 244 del 2012, la cosiddetta Legge Di Paola, e dai due decreti legislativi delegati, l’area tecnico-industriale della Difesa ha subìto una progressiva riduzione degli organici del personale civile, finalizzata a tagliarne di dieci mila unità la consistenza entro il 2024;
  • oltre ai dipendenti diretti, i poli degli arsenali citati coinvolgono migliaia di dipendenti indiretti che lavorano in diverse aziende del territorio, rappresentando un’eccellenza italiana;
  • i piani di assunzioni previsti dal Ministero negli scorsi anni si è rilevato insufficiente, e il rischio è quello di vedere dimezzati il numero degli occupanti anche alla luce dei prossimi pensionamenti, e di disperdere ulteriormente l’alto e qualificato patrimonio professionale fin qui maturato dalle figure ormai prossime all’uscita; servirebbero conseguentemente assunzioni immediate solamente per permettere agli arsenali di funzionare regolarmente, anche considerata l’ingente necessita di un “turn-over” di personale specializzato;

impegna il governo:

a valutare l’apertura di un tavolo negoziale volto ad accertare il numero di assunzioni necessarie per salvaguardare il funzionamento e la valorizzazione degli arsenali militari marittimi citati, e a promuovere ogni iniziativa volta ad assicurare un piano straordinario di assunzioni per il personale civile della Difesa che possa garantire, nel breve termine, le capacità di funzionamento dei poli citati, al fine di non dissimularne il valore storico, culturale oltre che strategico. (0/452/10/0105)


Una novità? Certo che no, perché il database del Senato ci offre una sorta di documento fotocopia, semplicemente retrodatato di due anni e poco più. Andiamo indietro nel tempo e scopriamo cosa bolliva a Palazzo Madama, poco prima che la senatrice si concedesse l’esperienza esaltante di assurgere alla segreteria di Stato della Difesa.

Atto II, Senato della Repubblica

Ordine del Giorno 0/1586/37/05

presentato da Stefania Pucciarelli, giovedì 21 novembre 2019, seduta n. 223

Il Senato, in sede di esame del disegno di legge n. 1586, recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022,

premesso che:

  • l’arsenale militare marittimo della Spezia è, con gli arsenali di Augusta e di Taranto, uno dei tre della Marina Militare;
    l’arsenale miliare di La Spezia rappresenta un polo di eccellenza del comparto difesa italiano;
  • in seguito all’applicazione delle disposizioni previste dalla legge n. 244 del 2012, la cosiddetta Legge Di Paola, e dai due decreti legislativi delegati, l’area tecnico-industriale della Difesa ha subìto una progressiva riduzione degli organici del personale civile, finalizzata a tagliarne di dieci mila unità la consistenza entro il 2024;
  • l’Arsenale di La Spezia dovrebbe occupare 735 lavoratori, ma a oggi i dipendenti civili sono già scesi a 635 e i possibili pensionamenti dell’immediato futuro sono all’incirca 175;
  • oltre ai dipendenti diretti, il polo dell’arsenale coinvolge migliaia di dipendenti indiretti che lavorano in diverse aziende del territorio, che rappresentano un’eccellenza italiana;
  • il piano di ingressi previsto dal Ministero per il prossimo triennio è insufficiente, e il rischio è quello di vedere dimezzato il numero degli occupanti anche alla luce dei prossimi pensionamenti;
  • servirebbero conseguentemente almeno 100 assunzioni immediate solamente per permettere all’Arsenale di funzionare regolarmente;
    la necessità di un “turn-over” di personale specializzato è imminente ed urgente,

impegna il governo:

a promuovere ogni iniziativa volta ad assicurare un adeguato turn aver per l’Arsenale militare marittimo di La Spezia, che rappresenta un polo di eccellenza e dall’importanza strategica per il comparto industriale e di sicurezza nazionale. (0/1586/37/5)


Atto III, Ministero della Difesa

Ecco dunque che la senatrice spezzina torna alla carica. Solo lei? Certo che no.

La rappresentanza parlamentare spezzina annovera tra le sue fila anche la vicesindaca, Maria Grazia Frija, compagna di partito dell’attuale ministro della Difesa, Guido Crosetto. Quale occasione per tessere una relazione fruttuosa? Nell’era post moderna l’annuncio appare come atto politico anche, o meglio soprattutto, se è privo di ogni sostanza concreta e quindi trasudi ipocrisia. Se da un lato è assai difficile immaginare quale piano industriale possa rimettere in piedi una realtà defunta, dall’altro è sconcertante come chi rappresenta il territorio non contempli possibilità di demilitarizzazione delle aree inutilizzate. Eppure l’Arsenale spezzino misura quasi 900 mila metri quadri di territorio occupato. Altro oblio per un piano di bonifica delle criticità che ancora permangono (discariche, amianto, relitti ormeggiati, ecc).

Giornata di lavoro a Roma, sempre per il nostro territorio. Ringrazio il Ministro della Difesa Guido Crosetto per l’incontro insieme all’onorevole Maria Grazia Frijia che ci ha permesso di fare il punto sulle varie tematiche della difesa spezzina, in particolare sul tema dell’occupazione nell’Arsenale Militare. Abbiamo infatti posto le basi per continuare un dialogo costruttivo per tutti i temi che interessano lo spezzino e in particolare sugli investimenti pubblici e privati. Il nostro territorio è un’eccellenza che deve essere valorizzata, sono certo che il percorso avviato darà presto importanti risposte.

Pierluigi Peracchini,
sindaco della Spezia
(17 febbraio 2023)

 

Finali alternativi cercasi

Visto e considerato che di annunci la politica spezzina (e non solo) respira, considerato che l’ultimo atto ha prodotto 63 assunzioni, tali da non rimpiazzare nemmeno il turn over pensionistico in atto, ci sarebbe da aspettarsi che qualcuno ponga la necessità di ripensare e riorganizzare un’area enorme, pressoché inutilizzata, che ponga le condizioni per la sua bonifica, e che questi aspetti convergano per un ridisegno complessivo, una nuova era in cui una criticità diventi un’opportunità, per la comunità spezzina. E’ l’Arsenale dei miracoli.

Ma ho la sensazione, viste le premesse, che ciò possa essere meno realistico che sperare di raccogliere piante zeppe di zecchini d’oro, dopo la loro semina.

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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