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William Domenichini  

Isole in guerra

L’occupazione militare ed il colonialismo della Sardegna, Sicilia e Corsica ne fanno, in tutto e per tutto, delle isole in guerra. Questo è il titolo, senza mezzi termini, di un bellissimo libro (Catartica edizioni, 2023) realizzato dagli attivisti di tre movimenti impegnati in una lotta contro le servitù militari, l’occupazione delle loro terre e le politiche di guerra in Corsica, Sicilia e Sardegna.

Questo libro val la pena di essere letto. Chi ha un minimo di cognizione della realtà può già intuire che si tratta di un pugno nello stomaco, di un calcio nel basso ventre. Ma è un libro che, con la sua puntualità e precisione, ci ricorda come la nostra terra, in particolare le meravigliose isole del Mediterraneo, sono violentate dalle conseguenze del militarismo. Sullo sfondo di una narrazione, che si intreccia impietosamente tra le specificità delle tre isole, l’impatto ambientale delle attività militari. La storia di comunità vittime di guerre, combattute altrove, ma la cui gestazione avviene a pochi passi dalle loro case. Territori utilizzati come cavie, colonizzati e sfruttati con il più classico dei ricatti, quello occupazionale.

Tre storie, un unica narrazione. L’impatto devastante che hanno sul territorio le attività militari e gli interessi economici a loro legati. Quest’ultimo aspetto val la pena evidenziarlo. Finisce un’epoca in cui l’interesse di grandi gruppi economici ha una ricaduta, in proporzione insignificante, sulle comunità. L’analisi, puntuale ed assai dettagliata di questo libro, fa emergere le peculiarità delle tre isole, nel loro drammatico  comune denominatore. Socializzare i costi, i danni, le devastazioni ambientali. Privatizzare i profitti.

Un racconto impressionante sotto il profilo delle cifre. Le entità di cui stiamo parlando sono enormi e, mutati mutandi, è enorme il loro impatto sulla salute delle comunità, sulla salubrità dei luoghi, sull’impatto negli ecosistemi. A tratti, Isole in guerra, ha il sapore apocalittico della narrazione di luoghi che difficilmente potranno tornare com’era. Un racconto che colpisce al cuore, proporzionalmente all’ipocrisia di cui è intriso il sistema che “vende” tre realtà meravigliose, come parco giochi turistico, quando in porzioni enormi del suo territorio si consuma una catastrofe ambientale con conseguenze enormi per la salute.

Ciò nonostante, nel pessimismo della ragione, si apre costantemente uno squarcio di ottimismo della volontà. A partire dalla consapevolezza di costruire un fronte comune di lotta, di civiltà. Le battaglie sarde, siciliane e corse diventano consapevolmente un elemento paradigmatico. Un esempio per tutte quelle miriadi di realtà che vivono, certamente in dimensione minore, le stesse questioni. Tanto è la voglia di parlare di questo libro, ma non di togliervi la curiosità di leggerlo, anzi, desidero stimolarla, nella necessità di costruire una rete, sempre più fitta, di realtà che lottano. Per la loro terra, la loro comunità, per un futuro salubre e di pace.

Così, A Foras, l’assemblea di lotta contro l’occupazione militare della Sardegna, Trinacria, il movimento indipendentista siciliano e Core in Fronte, il movimento indipendentista corso, mettono nero su bianco le loro realtà. Analisi, dati, storie e narrazioni che hanno uno scopo ben preciso.

L’obbiettivo dichiarato da queste realtà politiche è quello di dare inizio ad un movimento comune per superare il problema dell’occupazione militare, travalicando le frontiere in cui sono artificialmente confinati e ponendo le basi affinché tale rivendicazione internazionale possa ampliarsi fino a unire i popoli oppressi e le realtà politiche che lottano contro la NATO e contro l’imperialismo in tutti i paesi bagnati dal Mar Mediterraneo.

Leggetelo e seguite i protagonisti di queste lotte: A ForasCore in fronteTrinacria


Intervento di Edoardo Lai (A Foras) all’iniziativa genovese “L’Italia ripudia la guerra?

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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