
Il radar qatariota nella base italiana
Pazienza, direbbe qualcuno, sacrificare la salute per l’onore della patria, ma se il radar che gira nella base italiana è qatariota, che patriottismo è? Dunque ancora una volta, l’associazione MuratiVivi di Marola, prende carta e penna, nell’era digitale, e scrive. Questa volta, i primi mittenti sono i media, giornali, siti web, televisioni e radio.
L’elenco degli episodi di radar in movimento delle unità navali in banchina nella base spezzina inizia ad essere interminabile e noi non ci stancheremo di documentare queste situazioni che potenzialmente, potrebbero essere nocive per la salute pubblica.
Dopo l’episodio del Trieste, con i radar in movimento in banchina, come nel caso del Duilio e di altre unità, abbiamo inviato una lettera a Capitaneria di porto, ASL, ARPAL e sindaco Peracchini. Dal 16 gennaio 2025, le uniche risposte ricevute sono l’avvenuto protocollo da parte di ARPAL (Protocollo n. 1423 del 17012025 – Registro Ufficiale AOO ARPAL) e la comunicazione di ASL5, che sottolinea come i controlli relativi alla presenza di navi spetta alla Capitaneria di porto e che la vigilanza in materia di esposizione a campi elettromagnetici è competenza dell’amministrazione comunale con il supporto di ARPAL (prot. ASL5 – 4746 17/01/2025).
Il Trieste è salpato verso le basi di Brindisi e Taranto ed ha lasciato al molo Varicella l’unità anfibia qatariota Al fulk. L’unità, prodotta da Fincantieri e ceduta alla marina dell’emirato arabo, staziona da settimane nella base navale della Marina militare italiana e la questione radar si ripropone. Il 30 gennaio il radar dell’unità qatariota era in movimento. Un episodio? No, anche oggi la strumentazione Kronos Power Shield (AESA in banda L), un sistema di sorveglianza multifunzione con una portata fino a 2.000 km, è in rotazione.
Dunque con il conforto dell’ASL5, l’amministrazione della Spezia che fa? Dorme? Oltre ai radar battenti bandiera tricolore dobbiamo assistere inermi anche a quelli qatarioti? Ci rivolgiamo dunque ancora una volta alle istituzioni. cosa si attende ad intervenire affinchè queste situazioni cessino? Cosa si aspetta a monitorare le possibili emissioni elettromagnetiche delle aree militari spezzine, così vicine ad abitazioni, luoghi di lavoro e scuole? Chi tutela la salute pubblica?
A queste domande che, da cittadini pretendiamo risposte, segue una riflessione su cosa potrebbe essere l’ampliamento della struttura militare spezzina tinta di blu e cosa comporterebbe per la salute degli spezzini. Ai fiumi di retorica che ha seguito i suoi annunci, sarebbe opportuno aprire una discussione pubblica in merito.
Chissà, forse la prossima lettera di protesta, i MuratiVivi dovranno indirizzarla direttamente a Doha, all’attenzione dell’emiro Tamim bin Hamad Al Thani…