Si vis pacem, para bellum
2000 anni di storia e di evoluzione della specie e siamo ancora al “Si vis pacem, para bellum“. Esigenze evolutive o voci di bilancio? Mentre la religione del nostro tempo (i sondaggi) danno sempre più in rialzo le paure guerrafondaie, i governanti (o i mandatari), puntano decisamente a spendere soldi pubblici nel preparare, o nel proseguire, i conflitti. Quanti morti a Gaza si contano dall’avvio delle operazioni israeliane? E’ del tutto evidente che porre fine ad un genocidio non è priorità di un bilancio aziendale o non è tra le strategie per seguire i titoli NASDAQ di una società. Tuttavia potrebbe essere un elemento etico e morale da porsi, come esseri umani.
Curiosamente la storia e le vicende della martoriata Palestina si intrecciano con la militarizzazione di un territorio, a migliaia di chilometri dalle coste di Gaza. In comune c’è il mar mediterraneo e quel che un tempo fu una città che costruiva ponti di Pace tra palestinesi ed israeliani, ma che oggi lascia nell’oblio quei percorsi culturali e di pratiche, per dialogare e preparassi alla Pace, in una crisi umanitaria senza precedenti. La Spezia, Italia. Un tempo il bel paese fu attore cruciale nella politica del dialogo. La questione palestinese fu, per lungo tempo, un elemento che poneva al centro dell’iniziativa politica.
Io credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento, e da 50 anni fosse li e non avesse alcuna prospettiva di dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista. […] Non togliamo dall’ordine del giorno, prima di tutto morale, della nostra politica nazionale, questa sensibilità verso il problema della Palestrica, che moralmente dovrebbe impegnarci di più.
Giulio Andreotti
(18 Luglio 2006)
Qualche anno prima, addirittura un presidente del consiglio arringò la seduta antimeridiana di Montecitorio, con parole che oggi sarebbero tacciate in modi e maniere sconcertanti. Anche in questo caso non si tratta di un paladino senza macchia ne paura, ma indicativo, nel ruolo ricoperto all’epoca, lo stile, il tono e il contenuto politico.
Israele occupa da 18 anni territori arabi, abitati da popolazioni arabe. Noi pensiamo che debba restituire questi territori in cambio della pace, negoziando tale restituzione. Questo è il passaggio essenziale; tutto il resto è proprio contorno, tutto il resto è proprio secondario. […] Ebbene, se la questione nazionale palestinese esiste, se ha un fondamento, e se i palestinesi hanno diritto ad una rivendicazione nazionale, anche l’azione dell’OLP deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’OLP l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che la lotta armata non porterà a nessuna soluzione. Sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. Non contesto però la legittimità del ricorso alla lotta armata che è cosa diversa.
Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si ma cerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassini politici. Questa è la verità della storia e contestare ad un movimento che voglia liberare il proprio paese da un’occupazione straniera la legittimità del ricorso alle armi significa andare contro le leggi della storia.
Si contesta quello che non è contestato dalla Carta dei principi dell’ONU: che un movimento nazionale che difenda una causa nazionale possa ricorrere alla lotta armata.
Bettino Craxi
(6 novembre 1985)
Oggi le cose stanno diversamente.
12 settembre 2024. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, invia alle Camere il Documento Programmatico Pluriennale della Difesa, per il triennio 2024-2026.
La Marina continuerà a garantire la formazione e l’addestramento del personale affiancando alle attività in ambiente reale l’impiego di sistemi di simulazione (addestramento sintetico di flotta, sommergibili etc.) capaci di apportare effettivi miglioramenti sia in termini di ottimizzazione delle risorse sia d’incremento dei livelli addestrativi. In particolare, con il corrente Esercizio Finanziario. […] Sono istituite le risorse per l’implementazione del segmento MM del RotaryWing Mission Training Center (RWMTC) presso la stazione elicotteri di Luni interconnettendolo con quello di Viterbo.
Documento Programmatico Pluriennale della Difesa (2024-2026)
Il progetto, sviluppato in cooperazione internazionale, è finalizzato alla realizzazione, al funzionamento e supporto del Rotary Wing Mission Training Center (RWMTC), centro di Simulazione al volo per ala rotante, che ha lo scopo di massimizzare l’efficacia dell’addestramento di base e recurrent degli equipaggi di volo dell’Esercito, Aeronautica e Marina Militare, consentendo l’esecuzione di eventi addestrativi relativi al volo tattico e all’assolvimento di specifiche missioni di volo. Nel 2024 l’impresa ha ricevuto il necessario incremento finanziario per sostenere l’integrazione del segmento Marina Militare del RWMTC nel sedime di Luni e la federazione dei simulatori già ivi esistenti con il conseguente allinea mento prestazionale. Il programma ha ricevuto una necessaria integrazione di 44 milioni di euro attraverso risorse a “fabbisogno” recate dalla Legge di bilancio 2024.
Il sedime di Luni. Laddove sorgono le vestigia della città romana, una rete, filo spinato ed ancora un cartello. Zona militare. Si tratta di una delle tre basi aeree della Marina Militare, intitolata all’ammiraglio Giovanni Fiorini. Sede ospita il 1º GRUPELICOT ed il 5º GRUPELICOT. Il primo coopera strettamente con il reparto Eliassalto con il vicino Comsubin, il secondo di preparare gli elicotteri da destinare alle unità di superficie della base della Spezia.
A conti fatti, il dicastero di via XX settembre comunica che le previsioni di spesa sono le seguenti. 2024. 6,93 milioni di euro. 2025, 44,27 milioni di euro. 2026, 23,95 milioni di euro. 2027-2029, 34,20 milioni di euro. Fino al 2038, 64,12 milioni di euro. Totale 173,37 milioni di euro in 14 anni.
27 settembre 2024. Il Governo Meloni trasmette la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 8/2024 (A.G. 208). Il «Rotary Wìng Mission Training Center (RWMTC) – segmento Marina militare» comparso nel DPP della Difesa passa al vaglio. O meglio, passa alla presa d’atto della creazione, al funzionamento e al supporto del segmento Marina presso MARISTAELI Luni, nell’ambito del Programma RWMTC, del centro di simulazione al volo per ala rotante, per l’addestramento degli equipaggi di volo Esercito, Marina ed Aeronautica Militare. Dal 2024, per la durata complessiva ipotizzata di 15 anni (2024-2038), viene chiesto un’impegno di spesa previsionale di circa 49 milioni di euro.
23 ottobre 2024. Il dibattito in commissione Difesa della Camera dei deputati è, come spesso accade in questi casi, nullo. Il relatore legge la proposta, il sottosegretario presente annuisce, la commissione approva. Poco importa se stiamo parlando di come spendere milioni di euro dei contribuenti. Men che meno importa di capire il come verranno spesi.
5 novembre 2024. Commissione Difesa a Palazzo Madama. Si ripete il copione visto a Montecitorio. C’è un ulteriore elemento di sconfinata amarezza. Il Parlamento, in questo caso le commissioni, non assumono decisioni in prospettiva, ma ratificano il corso degli eventi. così il potere legislativo si tramuta in pesa d’atto.
Ora che gli incartamenti sono stati dispiegati, riavvolgiamo il nastro. Si vis pacem, para bellum.
2 gennaio 2013. Alenia Aermacchi firma con Elbit Systems un contratto di 140 milioni di dollari per il supporto logistico della flotta di M-346 della Forza Aerea israeliana. 30 velivoli M-346 ordinati dal Ministero della Difesa israeliano andranno a sostituire gli A-4 Skyhawk, oggi in servizio presso la forza aerea del Paese. La consegna del primo M-346 è prevista per la metà del 2014. L’M-346 rappresenta la piattaforma ideale per un sistema integrato di addestramento di ultima generazione (Integrated Training System) che, grazie alla sua flessibilità, può essere configurato anche per ruoli operativi come velivolo da difesa avanzato a costi contenuti. Il primo contratto dell’M-346 risale alla fine del 2009, per la fornitura all’Aeronautica Militare italiana di un primo lotto di sei velivoli e del sistema di addestramento a terra.
8 settembre 2020. La Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità e il Raggruppamento Temporaneo di Imprese costituito tra Leonardo S.p.a., Elbit Systems Ltd ed Elbit Aerospace Italy S.r.l. sottoscrivono un contratto (n°942) che prevede la realizzazione del Rotary Wing Mission Training Center (RWMTC) e servizio di supporto, per un ammontare complessivo di 239,79 milioni di euro.
23 settembre 2020. Il ministero della Difesa israeliano, annuncia l’acquisto di cinque elicotteri Leonardo AW119KX, missili Spike di Rafael e la fornitura di simulatori di volo di Elbit Systems all’Italia. L’accordo è stato firmato martedì dal Direttore Generale del Ministero della Difesa di Israele, Maj. Gen. (Ris.) Amir Eshel, e il suo omologo italiano, il Direttore Nazionale degli Armamenti, Nicolò Falsaperna in una cerimonia di firma svolta contemporaneamente nella sede della Difesa di entrambi i Paesi, a Tel Aviv ed a Roma, e proiettata tramite videoconferenza sicura.
29 novembre 2020. L’azienda israeliana Elbit Systems Ltd si aggiudica un contratto da 96 milioni di dollari per la fornitura di un centro di addestramento per missioni ad ala rotante in un paese europeo, non meglio specificato.
3 marzo 2024. Nell’atto aggiuntivo al contratto n. 942 di repertorio dell’8 settembre 2020 si identifica e circostanzia l’ambito di applicazione delle prestazioni programmate relative ai Lotti 1 e 2 di cui all’Art. 4 (OGGETTO DEL CONTRATTO) del Contratto, considerando che il Lotto 3 è attualmente sospeso e rimodula quanto oggetto dell’Art. 5 (PREZZI) del Contratto. I costi delle attività sopra descritte sono pari a € 9.004.355,39.
Se invece vuoi la pace forse sarebbe il caso di preparare la pace? In una triangolazione guerrafondaia c’è sulle sponde di un golfo un progetto di adeguamento di una base navale, secondo gli standard NATO. Poi c’è l’upgrade del sistema di rifornimento del combustibile per le basi aeree, l’approdo sea terminal del POL NATO. Non dimentichiamoci del neonato Polo Nazionale della Subacquea. Ne del poligono di tiro vista mare, così come delle aree dell’entroterra a servizio di privati. E poi c’è la creazione di un centro di addestramento per elicotteristi.
Benvenuti alla Spezia, terra che fu dei poeti, ma che oggi diviene emblema della cessione sovrana, della militarizzazione dei suoi territori, della proiezione bellica di un modello che deve far la guerra per porre rimedio al suo declino. Così, dopo millenni di involuzione, restiamo ancorati al si vis pacem, para bellum. Forse è una voce di bilancio. Il dramma di un popolo, la tragedia di migliaia di bambine e bambini la possiamo derubricare a contratti tra la pubblica amministrazione e multinazionali.
Secondo il ministero della salute di Hamas, dall’inizio della guerra al 30 giugno 2024 l’offensiva israeliana ha causato 37.877 morti. Tuttavia uno studio della rivista britannica The Lancet, i morti in quel periodo sono stati molti di più, tra i 55.298 e i 78.525. La stima di 64.260 morti è riferita al 30 giugno 2024. 41% in più rispetto alle cifre fornite da fonte palestinese. Un bilancio che avrebbe visto falcidiato il 2,9% della popolazione di Gaza prima della guerra. Un palestinese su trentacinque. Nei bilanci societari, non sono perdite.
Ora, senza scomodare Andreotti o Craxi, si vis pacem, para bellum, potrebbe essere un buon alibi per chi vuole nascondersi dietro un dito. O dietro a dividendi societari. Restiamo umani?