Analisi Global
William Domenichini  

Dossier basi militari in Italia

Il Progetto “Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo” ha prodotto un dossier che vale la pena divulgare, sulle basi militari in Italia. Non semplicemente un report sullo status della militarizzazione dei territori, ma un vero e proprio viaggio nelle dinamiche e nei contrasti sociali che queste realtà suscitano. Tre puntate, che potremmo riassumere in terra, aria ed acqua. Militarmente traducibile in esercito, aviazione e marina militare.


Dossier 1. Il progetto di Pisa e chi si oppone

Nel decreto legge “Infrastrutture” approvato il 24 giugno 2024 sono state riportate le intenzioni del Governo sul destino della militare dell’Arma dei carabinieri nel Parco di San Rossore (Pisa), adiacente alla base di Camp Darby.

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Dossier 2. I casi di Aviano, Ghedi e Sigonella

Dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia: le basi militari e i movimenti di protesta che vi si oppongono interessano tutta la Penisola, da Nord a Sud. Dopo aver analizzato i casi di Pisa e della Sardegna, in questo dossier si analizzano i casi di Aviano, Ghedi e Sigonella e dei comitati di opposizione attivi sui territori.

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Dossier 3. Il programma ‘Basi Blu’

1.760 milioni di euro è l’investimento per le cosiddette Basi Blu, il programma del Governo Italiano che punta principalmente ad adeguare e ammodernare le capacità di supporto logistico delle Basi navali della Marina militare sparse nel Paese.In questo terzo e ultimo dossier dedicato alle basi militari in Italia, si fa il punto su ciò che si sa del programma e dei movimenti che vi si oppongono.

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Immagini tratte da https://www.atlanteguerre.it/

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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