Eventi ed iniziative Il golfo ai poeti Libri
William Domenichini  

Il golfo ai poeti a Libriamoci

Il golfo ai poeti (no basi blu) a Libriamoci 2024, nella sezione “Autori del Golfo“. La comunicazione è arrivata ufficialmente il 31 agosto 2024. La manifestazione d’interesse per la rassegna di promozione della lettura “Libriamoci – Autori del Golfo” è stata accettata dalla commissione.

Giovedì 19 settembre 2024, ore 17.30, presso la mediateca “Sergio Fregoso”, in via Firenze 37 alla Spezia.

Il golfo ai poeti a LibriamociCi vediamo in un luogo simbolico, la mediateca regionale ligure, in compagnia di Renzo Raffaelli. Un giornalista che ha raccontato in lungo ed in largo vizi e virtù del golfo spezzino, attraverso innumerevoli inchieste. Insieme a lui cercheremo di fare un viaggio negli oblii di in un golfo che tutti conoscono, ma che pochi vogliono affrontare. Proprio Renzo Raffaelli, in tempi non sospetti ossia quando “Il golfo ai poeti” non era nemmeno nei miei pensieri, intervistandomi sul tema delle aree militare mi pose una domanda. “Questa storia potrebbe raccontarla in un libro?“. Risposi, scherzosamente, che ci avrei pensato in vecchiaia. Non sono riuscito ad aspettare.


Qualcuno disse che è possibile guardare lontano se si poggia sulle spalle di giganti. In questo angolo di Belpaese, quei giganti sono stati dei giovani, ribelli. Se per ribellione si intendesse non rassegnarsi a ciò che avvelena le nostre vite quotidiane. Sognatori se il loro sogno fosse vivere in una società migliore, coraggiosi se il coraggio fosse non fermarsi di fronte a menzogne o viltà. Una generazione di Murati Vivi, che ruppe il silenzio di una città sonnolenta, di una società assuefatta, di una comunità rassegnata. La loro voce non si è mai sopita. Parafrasando quel tale, per conoscere ed utilizzare l’intelligenza, per agitarsi e non chinare la testa, per organizzarsi di fronte ai soprusi.

La storia di una comunità, nata libera da ogni vincolo se non quello della natura, che ha affrontato la sua evoluzione imposta con la privazione del proprio territorio. Un sacrificio per amor patrio che è costato molto, su un altare che qualcuno chiama progresso, con le sue luci nella possibilità di soddisfare dei bisogni primari, ma che ha esteso le sue ombre nel modificare radicalmente la propria realtà, quasi antropologicamente. Così, dopo più di un secolo e mezzo di abitudine alla servitù militare, essa stessa penetra nelle coscienze, ineluttabilmente accettata, acriticamente subita, tentando di rendere ordinaria anche la censura di un pensiero non conforme e che parla di tutti noi: demilitarizziamo La Spezia.

Senza avere l’ambizione, o la sfrontatezza, di costruire una weltanschauung, ma con la concretezza di gettare il seme per una riflessione, che guardi ad un orizzonte comune, compatibile e solidale, che pochi menzionano, ma con la caparbietà di chi non si è mai arreso di fronte all’incapacità di rappresentanti che, in questa vicenda, hanno voltato le spalle ai cittadini. Questo lavoro nasce grazie all’umanità di una comunità che mi ha accolto, a quei giovani (che tali più non sono) che hanno alzato la testa e non la piegano, guardando negli occhi chi ha il potere di cambiare le cose ma ben si guarda dall’esercitarlo in tal senso, rendendo chiaro che non sarebbero stati più disposti a assumere menzogne per verità e voltarsi dall’altra parte.

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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