Eventi ed iniziative Fulmine è oltre il ponte Libri
William Domenichini  

Fulmine torna oltre il ponte

Confesso che, quando mi viene chiesto di raccontare del mio primo libro tra la gente, le emozioni non si contano. Fulmine è oltre il ponte è una storia che porto sempre con me e che torna costantemente. Domenica 4 agosto, ore 21 in Piazza Castello a Bracelli, presenterò il mio romanzo partigiano, dialogando con l’insegnante Daniela Scattina.

Grazie alla proloco Beverino, che nel mese di agosto 2024, organizza una serie di eventi e di incontri con vari autori. Bracelli Dialoghi.


Alcuni anni fa decisi di iniziare a raccogliere le testimonianze di mio nonno, Ciro Domenichini. Classe 1922, partigiano combattente del battaglione Val di Vara, formazione partigiana inquadrata nella Colonna Giustizia e Libertà, operante nella IV zona operativa (Lunigiana). Fulmine, questo il suo nome di battaglia che da il titolo al libro.

Decisi di raccogliere i suoi racconti sulla sua esperienza di partigiano. Non mi limitai a raccogliere le sue testimonianze. Ascoltai anche altri componenti della mia famiglia rimasti in vita, testimoni di quel periodo storico, come le sue sorelle, suoi fratelli, la moglie.

Iniziai a trascrivere quelle lunghe conversazioni, nel mio tempo libero, spesso andando nei luoghi in cui le sue storie erano ambientate. In quei boschi, in quelle vallate ed in quelle alture sperdute in cui quei giovani trascorsero mesi e mesi della loro vita, rifugiandosi, combattendo, sopravvivendo, e talvolta morendo. In quei luoghi meravigliosi, ed evocativi, mi fermai ad osservare. Non potei fare a meno di descrivere, cercando nel contempo di raccontare le emozioni che suscitava riascoltare e riascoltare quelle storie.

Durante il lavoro di scrittura crebbe in me la curiosità e l’esigenza di approfondire ancora di più quelle vicende. Trovai un’enorme quantità di materiale documentale, presso l’archivio dell’Istituto Storico della Resistenza spezzina. Così sono riuscito a ridare una cronologia più precisa dei fatti che mi sono stati narrati, ritrovando riscontri e documenti in cui sono emersi anche informazioni che le testimonianze non mi avevano fornito, soprattutto sulle persone che sono mancate negli anni successivi alla guerra. Questo elemento mi ha portato a cercare ancora, per esempio negli Archivi di Stato, dove sono riuscito a recuperare i fogli matricolari di alcuni compagni di lotta di Fulmine.

Il risultato di questo lungo percorso è stato un dattiloscritto. La storia di un uomo che compì delle scelte, in un momento storico drammatico, la mia esplorazione narrativa della Resistenza, della lotta al nazifascismo. Per questo ho cercato di raccontare quella memoria fuggendo  dalla retorica e  dalla scontatezza, in cui i protagonisti vivono la loro esperienza giorno per giorno, intrecciando le loro storie nella grande Storie e diventando, anche inconsapevolmente, ingranaggi fondamentali.

La sua nascita è avvenuta grazie all’incontro con i ragazzi di Scampia. Nel loro quartiere hanno deciso di praticare la loro ,e la nostra, Resistenza, per costruire un futuro di Giustizia e di Libertà. Una realtà che quotidianamente da il proprio contributo di futuro, di prospettiva. Con la Marotta&Cafiero editori ho trovato un editore che guarda con innovazione, coscienza, etica e cultura al proprio lavoro. Una realtà che ogni giorno pratica i valori che ho narrato. Rosario Esposito La Rossa, una persona speciale, con cui ho  condiviso un percorso pieno di entusiasmo e, grazie al sostegno di tutti voi, questa storia è stata pubblicato. Una storia vera, un romanzo partigiano.

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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