Il golfo ai poeti Libri
William Domenichini  

La lunga riflessione blu

Se è vero che il sonno della ragione genera mostri, forse è possibile ridurre l’evoluzione politica da lunga marcia a lunga riflessione, blu. Ricordate il Marchese del Grillo? Nella Roma papalina in cui affondava le sue dissacranti contraddizioni, quando si destava ne veniva dato annunzio a tutti i suoi servitori. Il marchese tutto poteva ed il suo destare era il segno che tutto ciò che gli ruotava intorno dovesse riprendere vita e fatica. L’idea ottocentesca che chi ha potere, tutto può, anche concedersi lunghi momenti di riposo, e di riflessione.

Ora perché scomodare Monicelli e compagnia cantante? Il centrodestra ha chiarito, pur mentendo sapendo di mentire, quale sia la sua posizione sulle cosiddette basi blu. Quel che resta del centrosinistra si presta a battute evocanti opere teatrali di beckettiana memoria. Ma non pensate che il mio sia un cattivo gusto guastatore. Proviamo a riportare fatti, anzi proviamo a ripercorre alcuni passi del lungo sonno della ragione. Dunque, iniziamo a portare le lancette indietro.

7 luglio 2020. Governo Conte II. In Commissione Difesa, a Palazzo Madama, si discute di “Affare sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare della Difesa (n. 425)“. Di cosa si tratta? Ogni cosa a suo tempo. La presidente della commissione, Laura Garavini (IV-PSI), relatrice del provvedimento, dopo aver brevemente riepilogato le risultanze delle audizioni svolte, illustra una propria proposta di risoluzione.

In particolare la proposta muove dalla constatazione che il patrimonio immobiliare della Difesa comprende, da un lato una vasta tipologia di siti e infrastrutture, sparsi su tutto il territorio nazionale, tra cui caserme, basi, arsenali, aeroporti, forti, depositi di mezzi e di materiali, fari, ponti radio, alloggi di servizio e altro. Il predetto parco infrastrutturale comprende, inoltre, le basi militari nei teatri operativi all’estero ove operano i contingenti impegnati nelle missioni internazionali. Dall’altro, tuttavia, una delle caratteristiche è però la sua vetustà, considerando che quasi il 50 per cento delle infrastrutture risale a prima del 1915 e soltanto il 10 per cento è stato costruito dopo il 1945.

La Difesa, peraltro, conscia della problematica, ha comunque avviato, negli ultimi anni, un importante processo di razionalizzazione del proprio patrimonio immobiliare, anche per la progressiva contrazione del personale in servizio  e per le mutate esigenze operative e logistiche dei reparti militari, tra cui spiccano il progetto “Caserme verdi” dell’Esercito, “Basi Blu” della Marina militare ed il programma “Prisma” dell’Aeronautica. La possibilità di disporre di un patrimonio infrastrutturale efficiente è poi emersa anche nella gestione della crisi epidemiologica legata al Covid 19, dove la Difesa ha assunto un ruolo proattivo nella gestione dell’emergenza tramite molteplici interventi, che hanno spaziato dal trasporto di persone malate, alla messa a disposizione di infrastrutture per la degenza, alle misure di controllo delle norme di distanziamento sociale e delle misure di quarantena.

Stante quanto precede, appare opportuno formulare al Governo degli indirizzi precisi, che possano tutelare il processo già posto in essere dalla Difesa ed accedere, altresì, a nuove risorse finanziarie, tra cui spiccano i nuovi strumenti messi a disposizione dall’Unione europea. L’esponente di Italia Viva conclude dando puntuale lettura degli impegni al Governo contenuti nella proposta di risoluzione.

Interviene il sottosegretario alla Difesa, on. Angelo Tofalo (M5S), esprimendo avviso favorevole sulla proposta di risoluzione poc’anzi illustrata dalla relatrice, che è in piena sintonia con le attività del Governo in questo settore. Il sen. Massimo Candura (L-SP-PSd’Az), nel preannunciare il voto favorevole della propria parte politica, invita la Commissione a rimanere focalizzata sul tema, con particolare riferimento agli immobili dei reparti operativi. Poiché nessun altro chiede di intervenire, viene posta ai voti, previa verifica del numero legale, la proposta di risoluzione formulata dalla Presidente relatrice, che risulta approvata.

La presidente Garavini si compiace dell’esito unanime della votazione.

Le Forze armate hanno intrapreso una serie di progetti per l’ammodernamento delle infrastrutture, e in particolare:

  • per l’Esercito il progetto “Caserme verdi”, con investimenti per 1.500 milioni di euro e che comprende 28 sedi su tutto il territorio nazionale;
  • per la Marina il progetto “Basi Blu”, con investimenti per 555 milioni di euro e che comprende l’ammodernamento delle capacità di supporto delle basi navali;  le opere di ammodernamento degli arsenali previste dal cosiddetto “Piano Brin” (per un investimento complessivo di 146 milioni di euro), ed il programma di adeguamento e ammodernamento delle capacità alloggiative (per un valore complessivo di 181 milioni di euro);
  • per l’Aeronautica il programma “Prisma” (per il rinnovamento dei sedimi militari, per un valore complessivo di 792 milioni di euro), il programma “Iride” (per l’adeguamento delle reti idriche, energetiche e dati delle basi maggiori, dal valore di 280 milioni), e il programma “Alloggi e asili”(per 148 milioni).

Sen. Laura Garavini
Risoluzione Doc. XXIV, N. 22

Carta canta. La deputata renziana, incassa il plauso pentastellato, riportando pedissequamente cifre già messe a bilancio dai governi precedenti. Terminato il flashback, arriviamo ai giorni nostri.

Febbraio 2024. Il ministro Crosetto presenta, in punta di diritto, la richiesta di rifinanziamento. 1,76 miliardi di euro per le basi dipinte di blu. Il Pd, per esempio, si esprime solo in commissione bilancio. Il centrodestra incassa il rilancio del ministro e volta pagina. La pattuglia di deputati di Alleanza Verdi e Sinistra, non sta a guardare. Tanto i deputati AVS eletti nella XIX legislatura, quanto i loro predecessori, furono all’opposizione di chi ha, fino ad oggi, finanziato Basi blu e dintorni. Non essendo presenti nessun parlamentare rossoverde nelle commissione Difesa alla Camera dei deputati ed in Senato, prendono atto delle evoluzioni sul tema, carta e penna e depositano un’interrogazione a risposta scritta (n° 4/02307).

Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

il 12 gennaio 2024 il Governo ha trasmesso alla Commissione esteri e difesa del Senato e il successivo 16 gennaio alla Commissione difesa della Camera la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 6/2023, denominato «Basi Blu», relativo all’adeguamento e ammodernamento delle capacità di supporto logistico delle basi navali della Marina militare (A.G.111), corredato delle schede tecnica e illustrativa;

il programma in esame – si legge nella scheda tecnica – nascerebbe dalla esigenza di adeguare le capacità di supporto logistico delle principali basi navali italiane (Taranto, La Spezia e Augusta), nonché di quelle delle basi secondarie e di supporto logistico presenti nel Paese (Brindisi, Messina, Cagliari, Ancona, Venezia, Napoli e Livorno), in termini di spazio disponibile per l’ormeggio in banchina e di impianti preposti alla fornitura dei servizi principali. Oltre alla realizzazione delle opere marittime, funzionali ad ampliare le banchine disponibili per l’ormeggio, saranno potenziati i servizi essenziali di base, come lo scarico e il trattamento di acque nere e grigie, migliorate le capacità di distribuzione dei combustibili e adeguate le reti elettriche sulla base delle maggiori esigenze di carico. La realizzazione di tali opere – si legge ancora nella scheda – consentirà alle suddette basi di avere una minore impronta ambientale e di adeguarsi ai nuovi standard della NATO, consentendo di ospitare gruppi navali di altri Paesi;

l’intervento era già previsto nel Documento di programmazione pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio 2023-2025, necessario per aderire agli standard della Nato, ma a tal fine, secondo notizie di stampa, mancherebbero le risorse, per un ammontare pari a circa un miliardo;

secondo tali notizie l’operazione, programmata su un decennio, costerebbe in totale circa 1,76 miliardi di euro: 559 milioni sarebbero già stati stanziati dal bilancio della Difesa, altri 203 destinati a Taranto dovrebbero arrivare da fondi europei, ma per la somma residua sarebbe necessario un ulteriore aumento della spesa militare, già nell’ultimo anno costata 29 miliardi (a fronte dei 27,75 del 2023 e i 25,9 del 2022), assorbita quasi per l’80 per cento dalla gestione corrente;

le Camere si trovano a dare il proprio parere sull’atto governativo proprio in concomitanza con l’impegno particolarmente delicato della Marina sul fronte aperto in Medio Oriente, impegno gravoso anche in ragione del fatto che l’Italia avrà almeno due navi fra Mar Rosso, il Golfo di Aden e il Golfo Persico: una nella missione Aspides in funzione difensiva contro gli Houthi e l’altra dall’11 febbraio alla guida della collegata missione Atalanta contro la pirateria somala;

il programma di investimenti connessi a «Basi blu» sarebbe già iniziato a Taranto e La Spezia, come anche ad Augusta –

se il Ministro interrogato non intenda evitare l’aumento della spesa militare per far salire gli investimenti.

Primo firmatario: Francesca Ghirra
Co-firmatari: Nicola Fratoianni, Devis Dori, Marco Grimaldi, Francesco Mari
9 febbraio 2024, seduta n. 242

Che sia una deputata sarda a metter i puntini sulle i non dovrebbe stupire. Cagliari, per dirne una, è stata promossa a sede del Comando Marittimo Autonomo Ovest della Marina Militare solo da pochi anni. Non solo. Le notizie che circolano sull’isola, che sull’altare dell’impatto ambientale e salutare delle attività delle forze armate ha ampiamente dato, non sono rassicuranti. E sulle sponde del golfo dei poeti?

Come spesso accade, a stretto giro di posta, c’è chi si accorge che qualcosa si muove. Giochiamo d’anticipo, ma con destrezza: prima si annuncia, poi si presenta. D’altronde, nel mondo post moderno, la politica non separa le promesse dalla loro attuazione. Le due cose si impastano in un sistema di comunicazione infinito. L’annuncio è già un atto politico ma, nella maggior parte dei casi privo di prospettiva. I malpensanti potrebbero pensare alla metafora tennistica. Buttiamo la palla nel campo avversario, se va bene sbaglia e segniamo un punto, sennò ce la rimpalla e se riparlerà (in aula). Nonostante il tema Basi blu sia stato sollevato già in tempi non sospetti, le iniziative che si muovono dai territori. Così, con due anni di riflessione, l’on. Andrea Orlando solleva, finalmente, la questione dai banchi del parlamento.

Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

il 12 gennaio 2024 è stato trasmesso alle Camere lo schema di decreto ministeriale concernente il programma di ammodernamento delle basi della Marina Militare Italiana denominato «Basi Blu»;

il suddetto programma prevede di ampliare gli spazi delle basi della Marina Militare, in particolare le banchine così da garantire superiori spazi di ormeggio;

per quello che riguarda la base della Marina di La Spezia è previsto un ampliamento volto a incrementarne la capacità ricettiva e un adeguamento delle capacità di approvvigionamento delle navi ormeggiate;

in considerazione dell’impatto di tali interventi rispetto ai borghi circostanti è necessaria un’attenta valutazione degli stessi;

al momento non risulta essere in corso una interlocuzione ed un confronto con gli enti locali e regione in merito alla armonizzazione del previsto piano con il territorio affinché non vengano a crearsi ulteriori criticità per le popolazioni residenti, le quali già nel corso degli anni hanno subito le ripercussioni delle attività connesse all’arsenale militare –

se il Ministero interrogato intenda attivare in merito a quanto richiamato in premessa uno specifico tavolo di confronto con il comune di La Spezia e la regione Liguria per valutare le ricadute che avrà «Basi Blu», nonché di riferire se sia stata già effettuata, per quanto di competenza, un’analisi dell’impatto ambientale relativamente al porto di La Spezia, e in caso positivo quali risultati abbia prodotto.

Interrogazione a risposta orale n° 3-01139
Primo firmatario:
Andrea Orlando
Seduta di annuncio: 278 del 12/04/2024

Nella migliore tradizione dei romanzi d’appendice, tocca aspettare la prossima puntata di questa sorta di feuilleton. Ma non temete, ci sono tutti gli ingredienti per una nuovo capitolo straordinario.

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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