L'altra faccia della medaglia
Analisi Il golfo ai poeti Libri Local
William Domenichini  

Ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione… e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di basi blu.

Qualcuno penserà che scomodare il capolavoro di Ridley Scott, per aggiornare la saga oiù tragicomica della politica spezzina (e non solo) potrebbe essere eccessivo. Tuttavia, leggendo l’opinione della vicesindaca della Spezia, nonché deputata e membro della competente commissione Trasporti della Camera, Maria Grazia Frijia (FdI), nemmeno la fantasia del regista britannico e dei suoi sceneggiatori trova pari. Il dramma è che non ci troviamo di fronte ad un film di fantascienza, ma alla realtà. Anzi, alla sua dissociazione, in termini propagandistici. Tanto che invece di scomodare un capolavoro del cinema fantascientifico, basterebbe riferirsi ad un classico della letteratura: Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino.

Lasciamo per un attimo la parola all’on.vicesindaca Frija, che, per l’appunto, ne ha facoltà.

Con il progetto Basi Blu, il ministero della Difesa tornerà a dare occupazione e know how alle imprese locali, attraverso la progettazione e la realizzazione di nuove infrastrutture tecnologicamente avanzate e rispettose dell’ambiente. Il progetto che sta sviluppando il governo Meloni si pone quale obiettivo l’ammodernamento delle infrastrutture e dei servizi delle basi navali della Marina Militare, al fine di assicurare nuovi posti di ormeggio idonei ad accogliere le unità navali maggiori, di nuova generazione.

Per la città si prevede l’incremento della ricettività della base, attraverso il dragaggio dei fondali, la ristrutturazione degli approdi esistenti e la creazione di nuovi moli, con l’adeguamento di impianti elettrici, idrici, e quant’altro. Si tratterà di cantieri che l’Arsenale Militare non vedeva dai tempi delle ricostruzioni post belliche.

La Marina Militare tornerà a offrire notevoli ritorni industriali in settori quali l’edilizia, l’impiantistica e l’alta tecnologi. Lo sviluppo del programma avrà un forte impatto sulle piccole e medie imprese che si rifanno all’indotto di settore, sia in termini di nuova occupazione, sia in termini di acquisizione e consolidamento del know-how per la progettazione di infrastrutture moderne, modulari, funzionali ed efficienti. Parliamo di un programma particolarmente innovativo che coinvolgerà aziende intraprendenti, dinamiche, ben integrate nel terreno dell’innovazione e nell’ambito delle tecnologie emergenti. Sono scenari che anticipano quello che sarà l’Arsenale del futuro annunciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto.

Nel progetto del Ministero il bacino militare spezzino dovrà essere una realtà volano di cultura scientifica. Unitamente al neonato Polo della dimensione subacquea, l’Arsenale 5.0 punterà a creare un servizio unico, tale da non poter averne uno uguale in alcuna altra parte del mondo.

Basi Blu rappresenta una svolta importante, adeguata, che proietta le strutture militari della città, ma anche la città stessa, nel futuro.

Maria Grazia Frijia
vicesindaca della Spezia e deputata
(10 febbraio 2024)

La deputata e vicesindaca spezzina avrebbe potuto leggersi il perché di un no e la sensatezza di molte proposte, oppure partecipare ad alcune assemblee pubbliche (una e due, giusto per citarne alcune richieste dei cittadini) a cui è stata formalmente invitata, financo da movimenti politici, e nelle quali ben s’è guardata di parteciparvi. Ma come tutti sanno, con i se e con i ma, la storia non si fa. Siamo quindi al redde rationem. Maria Grazia Frijia non solo tiene a difendere la spesa colossale di 354 milioni per adeguare i moli militari spezzini agli standard NATO, ma la rivendica. Un bel coraggio, non c’è che dire, tuttavia il come desta qualche perplessità. Certamente ha letto con attenzione, citandolo in modo piuttosto puntuale, il Dossier n°220 del governo. Ma del resto, acclara quanto non conosca (o ometta) del progetto Basi blu.

Maria Grazia Frijia non sa, o finge di non sapere, che il 12 gennaio 2023 fu aggiudicata la gara d’appalto per la progettazione definitiva dell’adeguamento della base spezzina agli standard NATOBTP Infrastrutture S.p.A (con uffici a Roma, Milano e una branch a Tripoli), AICOM S.p.A. (con uffici a Firenze, Roma, Milano e Lecce), MODIMAR S.r.l (Roma), SEACON S.r.l  (Roma), REACT Studio S.r.l (Roma) e GEOTER S.r.l. (Brescia). Tutte realtà che hanno il loro know how sul territorio, ma non spezzino. Avranno 390 giorni per procedere ai rilievi e alla redazione del progetto della Base Blu spezzina. Nell’intento di avocare al governo Meloni il “merito” di basi blu, Frijia scivola su una buccia di banana. La dovrebbe condividere con il governo Draghi, Conte II, Conte I e Gentiloni, nella misura in cui questo procedimento partì e nessuno pose alcuna osservazione.

La tiritera propagandistica incombe. Ma si tratta di omissioni o di fantasia? Forse distratta dai suoi impegni in commissione Trasporti, menziona i dragaggi della darsena, fondamentali per consentire alle grandi unità navali l’accesso che oggi, visti i fondali bassi, sarebbe precluso. Eppure tutto sta scritto nella tavola grafica dei dragaggi. Ma il grave è che ben si guarda da menzionare lo stato di inquinamento dei fondali stessi. Non si tratta di un’ipotesi. Il progetto preliminare (Relazione di Prefattibilità ambientale) enuncia espressamente lo status di nocività presenti nei fondali. Maria Grazia Frijia glissa sul fatto che i fanghi dei dragaggi, come da progetto, saranno temporaneamente stoccati a poche decine di metri dalle scuole di Marola.

Omissione per omissione, o pura e semplice ignoranza, Maria Grazia Frijia elude il problemino della conformità catastale della base spezzina. Un’inezia. Ma dalla Relazione demaniale la Marina militare stessa ammette, nero su bianco, che per procedere alla realizzazione della base blu spezzina, deve procedere a regolarizzare catastalmente aree militari (moli Varicella 1 e 3, Campo in ferro) che non risultano in mappa catastale. Perché? Tali aree risulterebbero del demanio pubblico. Per traslitterazione potremmo dedurre che il progetto Basi blu, partirebbe già con un abuso edilizio pendente. Ma sono quisquille su cui una deputata può ritenere che non valga la pena soffermarsi.

Nella narrazione, in generale, c’è un vizio di fondo. Confondere Basi blu con l’Arsenale. Oppure far passare la spesa di 354 milioni di euro per Basi blu come un investimento per la struttura arsenalizia. Non so se si tratti di confusione o di strumentalizzazione vera e propria. Sta di fatto che l’Arsenale della Marina militare, una ex fabbrica che in 80 anni ha perso il 95% dell’occupazione civile, che oggi vede decine di officine chiuse, inagibili, fatiscenti e piene di nocività, non vedrà un euro di quelli che il Parlamento sta stanziando. 1,76 miliardi di euro per adeguare le strutture logistiche delle basi.

Al di là degli annunci propagandistici, non saranno le aziende del territorio a beneficiare dei lavori da eseguire per Basi blu, ma semplicemente chi vincerà le gare d’appalto. Anzi il rischio non particolarmente improbabile sarà che grandi aziende, con certificazioni e requisiti che aziende locali non hanno, vinceranno l’appalto e subappalteranno a condizioni capestro a qualche realtà locale, costretta a stringersi il cappio al collo pur di lavorare. Non c’è che dire, una prospettiva di grande prospettiva economica. Senza contare che, terminati i lavori di costruzione dei moli, la cuccagna sarò finita e ciò che rimarrà non saranno officine, impianti di produzione o altre realtà produttive, ma semplicemente strutture logistiche militari. Occupazione richiesta? Zero.

Senza parlare dell’impatto tecnologico. Quale innovazione clamorosa nasconde basi blu? Moli a cassone, una tecnologia costruttiva che avrà, a spanne, 50 anni. Nel mio libro, ho provocatoriamente riportato decine di esempi di tecnologie innovative, legate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Sapete quante ne sono utilizzate nel sostenibile progetto che costerà 354 milioni di euro? Nessuna. Senza contare che è previsto un depuratore che verrà realizzato margine dell’attuale discarica di Campo in ferro, a poche decine di metri dalle abitazioni. Senza contare che verranno “migliorate le capacità di distribuzione dei combustibili”, riattivando i 20.000 metri cubi di serbatoi interrati sotto le case dei marolini, come evidenziato nella Relazione Tecnica di basi blu. Un salto tecnologico davvero innovativo.

Basi Blu rappresenta una svolta importante, adeguata, che proietta le strutture militari della città, ma anche la città stessa, nel futuro? Se ci facesse sapere come, nel dettaglio ed evitando slogan, sarebbe opportuno. Perché forse Maria Grazia Frija l’ha dimenticato, ma rappresenta i cittadini, non lo Stato maggiore della Marina militare. Allora mi permetto un ulteriore suggerimento. Forse non ne è a conoscenza, provi a comprendere come mai gli uffici spezzini spenderanno oltre 800mila euro, per adeguare un molo già oggetto di progettazione e finanziamento in Basi blu. Perché se non ci ha convinto sulla bontà di Basi blu, almeno si applichi a chiedere conto di come vengono spesi i soldi dei contribuenti in ambito militare.

Le basi dipinte di blu

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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