Contro la censura, demilitarizziamo La Spezia
Contro la censura, demilitarizziamo La Spezia. Ciò che è avvenuto al CAMeC è stato oggetto di tante narrazioni, molto spesso distorte e figlie del politicamente corretto di cui siamo intrisi. Una censura di una gravità inaudita. Una repressione artistica avvenuta in un luogo pubblico. Una censura di una performance, un messaggio che in una città militare assomiglia ad una bestemmia da un pulpito. Oltre al danno, la beffa del processo in atto. Il 10 gennaio si terrà la prima udienza a carico dell’artivista Alessandro Giannetti, in seguito a quei fatti. Una censura che ha visto protagonista anche lo stesso Giacomo Verde. Infatti la sua opera “Mala Polizia” non fu esposta, piegando il pensiero dell’artista, rendendolo innocuo e gradito al benpensantismo estetico.
Esprimiamo la nostra solidarietà. contro ogni forma di censura, di repressione e di soffocamento del pensiero critico. Gridiamo la nostra solidarietà e vicinanza agli artivist*, in particolare nei confronti di Alessandro. Pubblichiamo la nostra gratitudine per un gesto che vuole portare alla luce la necessità di un cambio di rotta, di una trasformazione pacifica, compatibile e solidale di una comunità stanca e logora di 150 anni di intrusione militare.
Il 21 agosto, a Marola, pittor*, sindacalist*, musicist*, attivist*, poet*, movimenti, performer, associazioni, artivist* hanno riportato, ciò che fu censurato nelle stanze pubbliche del CAMeC, tra la gente: Demilitarizziamo La Spezia, demilitarizziamo il mondo. Un messaggio che è dentro di noi, un segnale di cambiamento, verso un modello sociale che bandisca guerra, oppressioni, nocività, è stato ribadito durante la manifestazione per la riconversione della fiera bellica SeaFuture.
Per questo cogliamo l’occasione per ribadire la solidarietà all’artivista Alessandro Giannetti che dal 10 gennaio sarà a processo a La Spezia per avere scritto con il proprio sangue sul muro del museo CAMeC “demilitarizzare il mondo”. Contro la censura, demilitarizziamo La Spezia.