Urca urca, tirulero, la base spezzina
Occorre pronunciare le parole magiche urca urca, tirulero, chiromanzia per leggere il futuro della base navale spezzina? Basta fare una camminata sulle colline sovrastanti, per rendersi conto che il destino che ci attende, ha poco a che fare con occupazione e sostenibilità. Molto con termini più realistici come guerra e supporto logistico.
Cosa ci fa un gigante galleggiante con i colori ucraini sul fumaiolo e un distintivo ottico che ne ricorda l’appartenenza, alle bitte di una base navale italiana? Lo scopo potrebbe essere materia di interrogazione parlamentare, ma questo significherebbe che esistano deputat* o senator* in grado di presentare un atto di interrogazione ai ministri, diciamo competenti. Intanto contentiamoci di svelarne l’identità. Potenza dei social, in poco tempo il misterioso ospite natante presenta la carta d’identità.
Si tratta della USNS Laramie (IMO 8906626), unità definita underway replenishment oiler, similare alla classe Stromboli in dotazione alla Marina militare italiana, ossia unità da rifornimento in mare e trasporto, in forza alla flotta statunitense. Diciassettesima nave della classe Henry J. Kaiser, fu allestita nei cantieri navali Avondale Inc., a New Orleans (Louisiana) e varata nel maggio 1995. 31.200 DWT di stazza (42.674 tonnellate) a pieno carico, per un bestione galleggiante lungo quasi 700 metri. Ha una capacità di carico di oltre 25.o00 metri cubi di olio combustibile e carburante per aerei ed uno spazio di carico asciutto di circa 7.400 piedi quadrati, oltre a poter trasportare fino ad otto container refrigerati da 20 piedi (6,1 m) con spazio per 128 pallet.
Cosa ci fa dunque una nave da rifornimento stars&stripes alla bitta della base spezzina? La USNS Laramie salpa da Norfolk (Virgina, USA) il 7 agosto alle 21:03, per approdare all’alba del 30 nella base italiana di Augusta. Un giorno di sosta ed il pomeriggio del 31 agosto riprende il mare, direzione La Spezia. Arriva nelle acque del golfo dei poeti la mattina del 3 ottobre ed ormeggia serenamente, quando si dice il caso, al molo Varicella.
Nottetempo, tra il 3 ed il 4 ottobre, c’è chi giurerebbe che abbia assistito, verso la mezzanotte circa, all’arrivo di tre pullman grigi scuro, senza nessuna scritta sulla carrozzeria. Uno dietro l’altro sarebbero approdati al molo dei misteri, scaricando un considerevole numero di passeggeri, che si sarebbero imbarcati sull’unità statunitense. L’unità è salpata la mattinata del 5 ottobre.
Le notizie sull’operatività della USNS Laramie non si trovano al tabacchino. Si sa che il 23 gennaio 2021 ha superato lo stretto dei Dardanelli, per unirsi al cacciatorpediniere missilistico americano Donald Cook DDG75 ed alla USS Porter (DDG-78), unità statunitensi già operative nel mar Nero. In un’immagine scattata da Damon Grosvenor (petty officer 2nd class), ritrae la Laramie operativa nel mar Nero già nel gennaio 2016. Poi una serie di esercitazioni con la marina ucraina, da War at sea a Sea breeze. Dal febbraio alla fine di aprile 2023 è stata oggetto di lavori, eseguiti dalla Detyens Shipyards Inc. a North Charleston (South Carolina).
Dunque urca urca, tirulero, chiromanzia, cosa vediamo nel futuro della base spezzina? Primo indizio, volto poco avvenente, il progetto basi blu, il cui oggetto è “un adeguamento al fine di garantire l’osservanza dei nuovi standard operativi della NATO“. Secondo indizio: una poco regale unità di rifornimento statunitense ormeggiata alle bitte.
Un futuro radioso attende il golfo che fu dei poeti, già profetizzato in tempi non sospetti. Unico appunto, che quando i lavori di basi blu saranno terminati, la capacità ricettiva della darsena spezzina sarà di ben 14 unità. Ma questa volta le menzogne (o se preferite le sirene) dell’occupazione e dei posti di lavoro non fanno più ridere nessuno. Ancor meno divertente è l’inedia totale di chi dovrebbe, in una democrazia, rappresentare le comunità.
Dalla Spezia è, per ora, tutto. Noi, speriamo che ce la caviamo.