Se volete, porterò la nostra Memoria a scuola
Lettera aperta ai dirigenti scolastici spezzini, perché se volete, porterò il mio testimone, la mia Memoria a scuola. E’ un impegno morale che ho ricevuto e che vorrei portare avanti. Resistenza si o Resistenza no? Se questo è il dilemma per certa politica, occorre prendere sul serio il testimone che ci hanno lasciato i nostri partigiani. Noi non dobbiamo iniziare salendo sui monti, ma entrare nelle scuole e raccontare ai nostri figli cosa fu il sacrificio dei loro antenati.
Alla cortese attenzione del/della Dirigente scolastico
p.c ai docenti di Storia e Lettere del vostro istituto scolastico
Gent.m*,
il MIUR ha rinnovato l’accordo, con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Tale accordo prevede la disposizione di memorie e documenti per favorire la conoscenza e l’approfondimento dei valori della Resistenza e della Costituzione nelle scuole. Questo rinnovo, tuttavia, non è stato scevro da polemiche, una “liturgia” ormai svilente quando si parla di Resistenza. Verrebbe da scomodare il sommo poeta, non curandoci di loro. Tuttavia, rifacendomi alle parole del ministro Valditara, ossia che la “Resistenza non l’hanno fatta solo i comunisti, ma anche i cattolici, i liberali, gli azionisti e perfino i monarchici“, non ho potuto esimermi dal provare forte disagio, di fronte a questo atteggiamento di banalizzazione e di paura nel raccontare una della pagine più drammatiche ed eroiche della nostra recente storia. Occorre allietarsi nello scoprire che il ministro ci informi che la Resistenza fosse stato un movimento plurale e complesso.
Da tempo, purtroppo, la Resistenza fa paura, pur essendo un fondamentale quanto fragile, pilastro della storia della nostra Repubblica. Oggi, a distanza di 80 anni dall’inizio di quella storia che segnò il nostro paese per quasi due lunghi anni di guerra intestina, è pressoché impossibile trovare testimoni viventi di quell’esperienza. Alla luce dell’ennesimo episodio che ha evidenziato la tensione nel parlare di Resistenza, sento il dovere di dare la mia disponibilità per un progetto da condividere, insieme al vostro corpo docente: vorrei portare la Memoria a scuola. Un’esigenza morale, come cittadino, come genitore e per il mio impegno civile di custodire e tramandare la memoria partigiana. Questo impegno iniziò, formalmente, con la pubblicazione del mio primo libro, Fulmine è oltre il ponte, un romanzo tratto dalle memorie di mio nonno paterno, che combatté la Resistenza nelle fila del battaglione Val di Vara, formazione partigiana della Colonna Giustizia e Libertà.
La storia di Fulmine inizia l’8 settembre ’43, si interseca con le storie di alcuni personaggi che lo accompagneranno per tutta l’esperienza ai monti, e si conclude con un epilogo ai giorni nostri. Fulmine è oltre il ponte è romanzo storico, partigiano, un’opera in cui si fondono molti elementi. Dalle testimonianze e dalle memorie alle emozioni di chi le ha ascoltate, intrecciate nella ricerca documentale che ha dato fisionomia ai personaggi ed alla narrazione dei luoghi in cui avvengono le vicende. Una storia raccontata come è stata vissuta, senza retorica, compiendo scelte dolorose ma consapevoli, attraverso i drammi della guerra. Una storia raccontata senza celebrazioni, ma con semplicità ed umanità. Piccola curiosità. Durante la pandemia invia una copia del romanzo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale mi onorò di una sua recensione.
Vorrei portare la Memoria a scuola. La mia disponibilità, nel raccontare questa esperienza, tra e con i/le ragazz* del vostro istituto scolastico, è da intendere nella ricerca del miglior contributo possibile al percorso didattico che il corpo docente ha intrapreso con loro. Nel contempo, l’occasione di trasmettere le memorie, il lavoro di ricerca documentale e lo studio per collocarle all’interno del contesto storico. Così come la rielaborazione delle emozioni che quelle memorie hanno scaturito ed uno esercizio di testimonianza attraverso la scrittura. Dal racconto dei luoghi in cui si sono svolte le vicende, dalla narrazione delle scelte morali e degli errori che le hanno segnate, insomma la cura dei valori della Resistenza al nazifascismo.
Sono consapevole che sia necessario costruire questo percorso insieme, in particolare con i docenti che raccogliessero questa mia disponibilità. Il mio auspicio è quello che possiate raccogliere questa proposta, in un percorso che è stato interrotto dalla pandemia, come voi potete ben immaginare, è che sarei lieto di riprendere. Aggiungo che questa collaborazione potrebbe essere vista a prescindere dalla ricorrenza del 25 aprile, nella misura in cui il calendario è fitto di ricorrenze che ci parlano della nostra Resistenza (L’armistizio dell’8 settembre, i rastrellamenti del 3 agosto ’44, dell’8 ottobre 44′ e del 20 gennaio ’45, gli scioperi del marzo ’44), in modo tale da poter portare Memoria a prescindere dalle festività nazionali e, mi permetta, fuori dai vortici delle polemiche che purtroppo la Resistenza suscita, purtroppo, ancora.
Sarà mia cura fornirvi e concordare il materiale utile a questo percorso. In particolare materiale digitale (video, immagini, presentazione multimediale) e sarei onorato di donare una copia del mio libro alla vostra biblioteca.
A completezza di questa mia, Le segnalo:
- la presentazione del libro, la sua genesi, alcune clip;
- alcune pillole di Fulmine, interviste che feci prima dell’uscita del libro;
- la mia biografia.
Segnalo altresì un documentario a cui ho partecipato, patrocinato dai comuni di Rocchetta e Calice e realizzato dall’associazione Stella Tricolore. ”La battaglia dei Casoni”, regia di Massimiliano Pisano (2015), interpreta il ruolo di Daniele Bucchioni.
In attesa di un vostro riscontro, non mi resta che porgere i miei più cordiali saluti ed il mio augurio di buon lavoro.
William Domenichini