Il golfo dei Murati Vivi
Nella suggestiva Società di Mutuo soccorso di Marola, il golfo ai poeti è stato raccontato dai Murati Vivi. Non poteva essere altrimenti. Un libro che racconta come la nostra città si sia trasformata da incantevole luogo di cultura e di poesia in una città militarizzata. Non solo una presentazione del libro. Una discussione ampia su ciò che fu, che è, e che sarà il golfo spezzino. Tutto ciò, in un quadro nazionale ed internazionale che parla, purtroppo, con un solo vocabolario: guerra. Sullo sfondo il destino della base spezzina, le sue criticità, le conseguenze di un progetto sbagliato, inutile e dannoso.
Una narrazione in cui si sono enunciati i fatti, dal crollo occupazionale dell’Arsenale, all’uso discutibile degli stanziamenti del Piano Brin, dall’inerzia nelle operazioni di bonifica delle criticità ambientali all’ipocrisia di Basi blu, un progetto che si prefigge di costruire semplicemente nuovi moli, in uso Nato, senza risolvere le criticità e senza mettere in discussione una gestione sconcertante dei tanti spazi inutilizzati dalla Marina militare. Ma la discussione sul profilo critico è avanzata anche con le consuete proposte che da 10 anni i Murativivi caratterizzano la loro battaglia, e che nel libro di Domemichini sono sintetizzate, idee di riconversione economica, che siano accompagnate da utilizzo sociale degli spazi da riconvertire.
L’iniziativa ha visto la partecipazione del collettivo artivistico Dada Boom. Una relazione di continuità con l’iniziativa promossa a Marola il 21 agosto 2022, Demilitarizziamo La Spezia, demilitarizziamo il mondo. Gli artivist* hanno avuto la possibilità di esporre le “controverse” opere censurate al Camec, in un contributo creativo e politico di grande rilievo, in particolare per ampliare la rete di relazione tra i comitati e le realtà spezzine con quelle limitrofe, impegnate sullo stesso terreno di lotta.
Nonostante all’iniziativa sia stato invitato il sindaco della città, Pierlugi Peracchini, del primo cittadino non si è vista l’ombra, neppure un messaggio di ringraziamento per l’invito. Non ci rammarichiamo, secondo il suo profilo instagram era impegnato in attività istituzionali ben più importanti rispetto al banale tema delle aree militari e di basi blu. Non pervenuta nemmeno la sen.Pucciarelli, nonostante il suo ruolo da sottosegretaria nel governo Draghi e attuale membro della commissione Difesa del Senato. Idem per l’on.Orlando, non pervenuto. Menzione speciale per l’on. Maria Grazia Frijia, seppur assente ha avuto la cortesia di rispondere all’invito motivando la sua assenza e per il consigliere regionale Davide Natale, la cui assenza è stata giustificata e comunicata.
Uniche presenze istituzionali, due consiglieri comunali del Pd e due consiglieri comunali di LeAli. Unico intervento politico, il consigliere regionale Roberto Centi (Lista Sansa/Leali), al quale va il nostro ringraziamento per l’impegno e l’attenzione posta, con il gruppo di Leali, alle questioni delle aree militari spezzine.
Durante l’iniziativa sono state raccolte oltre 50 firme a sostegno dell’appello lanciato dall’ex Sovrintendente ai beni culturali della Regione Liguria, Piero Donati, e sottoscritto da tredici nomi della cultura per la liberazione di San Francesco Grande e l’inizio di scavi archeologici nell’area dell’antica chiesa di San Maurizio.
Nota di fondo. Nel dibattito si è posto l’accento sul fatto che “abbattere” il muro arsenalizio non deve avere come scopo semplicemente recuperare un bel panorama. Vero. E’ bene chiarire che i marolini il panorama non lo cercano. Ciò che chiedono è salubrità e la possibilità di riprogettare la città sulla base di spazi non utilizzati dalla Marina militare. Consigliamo, nella lettura del libro Il golfo ai poeti, particolare attenzione alla III parte, dedicata alle proposte di riconversione. Nessuno di chi si occupa da anni di riconversione delle aree militari inutilizzate alla Spezia auspica di vedere gelatai e chioschi al posto di moli inquinati. Beninteso, che rispetto all’oblio nocivo che vediamo quotidianamente, sarebbe un bel passo in avanti. Tuttavia da anni i Murati Vivi propongono idee di riconversione economica, che siano accompagnate da utilizzo sociale degli spazi da riconvertire.
Giusto per fugare ogni dubbio su eventuali tentativi di fuorviante stigmatizzazione delle battaglie che sosteniamo.