Analisi Local
William Domenichini  

Quer pasticciaccio brutto der molo Varicella

Secolo XIX, 19 febbraio 2023Apri il giornale e trovi a tutta pagina “Basi blu, ecco il progetto del molo Varicella. Pronti 9 milioni di euro per l’investimento“. Una narrazione che fa pensare a quer pasticciaccio brutto der molo Varicella. Dopo aver passato più di qualche nottata a cercare (e trovare) documenti, carte, progetti, delibere, determine, leggi di bilancio, interrogazioni parlamentari, ecc, altrettante a mettere ordine in un quadro complicato, probabilmente volutamente tale perché altrimenti, se la sua semplicità fosse evidente, più di una voce si alzerebbe contro e ciò non è auspicabile per il manovratore.

La domanda che sorge spontanea è come sia possibile che a progettazione in corso, per l’adeguamento agli standard NATO della base spezzina, sbuchi fuori un altro procedimento per ampliare uno dei moli oggetto del progetto Basi blu? Si torna alla ricerca delle fonti documentali, per scoprire facilmente che la cantonata presa dal quotidiano da la misura di quanto sia intricato questo pasticciaccio. I tempi, i finanziamenti e le prerogative di Basi Blu sono ampliamente affrontate ne Il golfo ai poeti, ma un elemento val la pena rimarcarlo.

L’antefatto

Il 12 gennaio 2023 venne aggiudicata la gara d’appalto per la progettazione dell’attuazione del programma Basi blu alla Spezia: BTP Infrastrutture S.p.A., AICOM S.p.A., MODIMAR S.r.l., SEACON S.r.l., REACT Studio S.r.l. e GEOTER S.r.l. i quali avranno 390 giorni per procedere ai rilievi e alla redazione del progetto. Rammentate questo indizio: stazione appaltante, Direzione dei Lavori e del Demanio (GENIODIFE).

Il 2 febbraio 2023, un mese dopo, sbuca dal database della Marina militare una delibere a contrarre, per poi arrivare alle rotative della carta stampata. Non un fulmine a ciel sereno, ma la logica conseguenza di un atto “genitore”, datato 12 novembre 2011, in cui si deliberò l’affidamento diretto. Anche senza previa consultazione di due o più operatori economici o (confronto dei preventivi di spesa forniti da due o più operatori economici) l’ente opera nel rispetto del principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti. Si tratta dell’appalto del servizio di progettazione esecutiva dei lavori di Adeguamento del molo Varicella 1 Lato Sud per l’ormeggio di nave Trieste, affidata alla Politecna Europa S.r.l.. Appuntatevi un altro indizio: stazione appaltante, Direzione del Genio militare per la Marina (MARIGENIMIL La Spezia).

Forse la vocazione alla molteplicità, nonostante la vicenda non si consumi al civico 219 della famosa via romana, il caso si complica quando, malauguratamente, si prende il progetto Basi blu e lo si confronta con l’adeguamento del molo Varicella. Due progetti, due stazioni appaltanti, due procedimenti di progettazione, due gare d’appalto distinte, due impegni di spesa. Per due scopi distinti? Qui casca l’asino: perché tra gli obiettivi del progetto Basi blu c’è proprio l’adeguamento del molo Varicella 1, lato sud.

I conti della serva

Nel bando Basi blu è prevista una spesa di 72.185.587,97 € (solo per l’ampliamento del molo), nel secondo appalto invece quota 786.049,66 € (oltre ai già spesi 27.637,97 € per la progettazione). Ma prima di cercare spiegazioni al mistero, apriamo una parentesi, che dal punto di vista del contribuente ha una certa sostanzialità: i soldi. La spesa stimata ed autorizzata per l’appalto spezzino  sarebbe da finanziare sul capitolo 7120-20 – Area SMM degli EE.FF. 2023-2024 dello stato di previsione della spesa del Ministero della Difesa. Cerca e trovi: Spese per la costruzione, l’acquisto, il rinnovamento, l’ammodernamento ed il completamento delle infrastrutture militari, ivi comprese blablabla, come si evince nel Decreto di ripartizione in capitoli1 del Ministero della Difesa:

in milioni di euro 2021 2022 2023
Previsioni definitive di competenza 148.753.951 € 89.460.000 € 95.709.185 €
Previsioni definitive di cassa 168.884.461 € 89.460.000 € 95.709.185 €

Al di là della stranezza per cui un ente dello Stato emana un bando ed un altro, facente parte del medesimo ministero, ne replica una sua parte, con finanziamenti coperti per entrambi i progetti in una duplicazione che ha il sapore della schizofrenia amministrativa, balza all’occhio che uno è 10 volte più oneroso dell’altro. Forse perché probabilmente nell’intervento appaltato dal genio militare marittimo spezzino siano compresi gli oneri di dragaggio dei fondali, in quanto lo scopo dell’affidamento della progettazione esecutiva è relativa ai lavori di adeguamento edile ed impiantistico per l’ormeggio di Nave Trieste (CE_188821-188921 – CUP D47H210054600012).

I conti senza l’oste

Un sillogismo un po’ affrettato per chi non ha dimestichezza con la materia, tuttavia, come già acclarato nello studio di fattibilità di Basi blu spezzina, i fondali della baia Duca degli Abruzzi non sono adeguati al transito ed all’ormeggio di unità con pescaggi superiori ai 10/11 metri, ergo, occorre dragare il fondale. Ne ha ricordo l’equipaggio della povera Cavour, quando nell’ormeggiare al molo Varicella scoprì che il fondale prese presto confidenza con la carena dell’ammiraglia della flotta, non senza danni rilevanti.

Il caso si intrica ulteriormente se ci ricordassimo che il fondale del golfo spezzino, ivi compresi gli specchi acquei di competenza militare, sono perimetrato in un Sito di Interesse Regionale (declassato a suo tempo) noto come Sito di Pitelli, dal nome della discarica che è tutt’oggi uno dei disastri ambientali più scandalosi del bel paese. Ma se in Basi blu almeno si salvano le forme, con dubbi legittimi sui costi dovuti alla verifica di caratterizzazioni chimico-fisiche dei livelli di inquinamento di quei fondali, l’appalto successivo non ne fa menzione.

Un parcheggio per la nave Trieste?

Perché poi bandire una gara in parallelo ad un altro progetto solo per Nave Trieste? L’unità, una Landind Helo Dock con l’ambizione di vestire la bandiera di ammiraglia, fu varata nel cantiere navale di Castellammare di Stabia nel 2019. Il 12 agosto 2021 prese il mare per la prima volta, nel golfo spezzino. Tuttavia, ad oggi, non è ancora operativa. Un bestione galleggiante con una lunghezza fuori tutto di 245 metri, un dislocamento di circa 38.000 tonnellate, attualmente parcheggiata al cantiere Muggiano. Dovrebbe ventare operativa alla metà del 2023 ma parrebbe che, a causa di problematiche relative alla propulsione, tale data si prorogherà.

La sede spezzina di Fincantieri non ha una disponibilità infinita di spazi e le commesse in essere probabilmente rischiano di confliggere con i presumibili problemi della Trieste. Che fare? Potrebbe essere necessario un parcheggio alternativo. Un’ipotesi che garantirebbe all’azienda gli spazi necessari a consegnare gli ordini e parimenti proseguire nella cura dei guai del naviglio operativo. Basterebbe trovare un parcheggio (ormeggio) nella base spezzina? L’idea non sarebbe campata per aria. Se un tempo le officine arsenalizie garantivano il supporto manutentivo alla flotta d’istanza nel golfo spezzino, oggi, con meno di 500 dipendenti, è già un miracolo se qualcuno apre i cancelli.

L’ammiraglia senza pace

Ecco dunque che, nonostante il dipartimento generale del Genio attrezzi un ufficio ad hoc per il programma Basi blu, la sua emanazione spezzina proceda speditamente per fare un lavoro che Basi blu avrebbe già previsto, ma con un cronoprogramma di lavori in cui la zona Varicella verrebbe cantierizzata alla fine di un percorso che durerebbe quasi 10 anni. Probabilmente troppi per avere un parcheggio per la Trieste e per la risoluzione dei suoi probabili guai. Se poi questo sia definitivo poco importa, magari tra qualche anno la nuova ammiraglia della flotta verrà trasferita a Taranto, ma nessuno si ricorderà di quel pasticciaccio brutto del Varicella, costato quasi 800 mila euro, quando le officine dell’Arsenale sono sempre più deserte e le nocività presenti nell’area militare sempre più presenti.

Intanto vox populi mormorano. La nave Trieste continua le prove per poter navigare, poi sembrerebbe destinata ad uno stop di 6/7 mesi per manutenzione del nuovo garantito. Pronti ed operativi? Sembrerebbe che non basti, quindi si ipotizzerebbe un trasloco ai cantieri palermitani, per rientrare nel golfo dei poeti per l’allestimento degli armamenti. In quel tempo MARIGENIMIL La Spezia avrà avuto il tempo di buttare dalla finestra la cifra indicata nella determina e sarà possibile ospitare l’orgoglio della Marina italiana, per dare la possibilità di concludere l’allestimento nei cantieri del Muggiano. Poi, sempre secondo indiscrezioni, prenderà la prua verso Taranto, dove verrà destinata definitivamente. Indiscrezioni, ma che darebbero le tinte di un bel quadro, anzi di un vero e proprio pasticciaccio.

Parlamentari cercasi…

Un quadro che darebbe la misura di come vengono gestiti i soldi pubblici. La gara d’appalto per il progetto esecutivo di Basi Blu spezzina (14 milioni di euro) prevede la progettazione anche del molo Varicella, così come quest’ultimo bando di Marigenimil, ne consegue che lo Stato italiano (il contribuente) spende due volte per il medesimo progetto. Così vengono gestiti i soldi dei contribuenti nei capitoli di spesa del ministero della Difesa? Quando un’ex realtà produttiva enorme, come l’Arsenale, è pressoché abbandonata ed inutilizzata, si pensa a farne un parcheggio. Nel mentre un’intera città reclama, da decenni, la possibilità di ritornare ad essere una città di mare.

C’è pane per i denti di qualche deputato o senatore di buona volontà, in primis per dipanare ogni ombra o nebbia che sale dal golfo che fu dei poeti e magari, date le premesse sono già esposte, ma potremmo anche avanzare delle ipotesi sugli impegni da far assumere al dicastero di via XX settembre.


[1] LB_2021_LB-04-DRC-120-Difesa
[2] DETERMINAZIONE A CONTRARRE Nr. 34 in data 16-02-2023 del Registro Atti Amm.vi

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L'ultimo arrivato!

Questo bellissimo saggio ci racconta come la cultura di guerra e di morte genera gli stessi mostri in tutto il Paese: pessimismo, obbedienza, passività, senso di sconfitta, conformismo, opportunismo, clientelismo. Figli di un dio minore, vittime e colpevoli allo stesso tempo dei propri mali. Politici e rappresentanti istituzionali fotocopia. Iene e sciacalli ai banchetti delle opere pubbliche e gattopardi perché cambi tutto purché non cambi nulla.

Lo scenario che ci delinea e ci offre queste pagine che seguiranno è certamente doloroso, tragico, inquietante, ma in questo suo coraggioso e generoso atto di denuncia traspare sempre lo smisurato amore per La Spezia, per il suo Golfo, il suo Mare. Pagine e immagini che feriscono il cuore ma in cui respiriamo ancora speranza ed utopia. Che un’altra città sia davvero ancora possibile, viva, libera, aperta, felice. Un laboratorio di Pace.

Antonio Mazzeo

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